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Nel bando di gara
non si può tralasciare alcune norma
Consiglio di Stato, sentenza n. 12 dell’
8 gennaio 2007 - Nuovo orientamento del Consiglio di Stato: se un
bando di gara non prevede esplicitamente una disposizione contenuta nella
Legge (nella specie richiesta dell’autorizzazione ministeriale alle Società
di intermediazione Finanziaria per l’emissione delle cauzioni
provvisorie), non è colpa delle Imprese se non hanno ottemperato, ma
dell’Amministrazione che ha redatto un bando illegittimo per violazione di
una norma imperativa di legge.
Di contro:
Consiglio di Stato, sentenza n. 700
dell’11 febbraio 2003 - Un obbligo discendente direttamente dalla
legge si impone anche se non è richiamato dalla lex specialis della gara.
Tar Puglia, Lecce, sentenza n. 3321
dell’ 8 giugno 2006 - Se prevista dalla Legge, anche se non espressamente
richiesta dal bando, la cauzione provvisoria è una delle conditio sine qua
non per partecipare ad una gara: vige l’ obbligo in capo ad ogni offerente
di conoscere la normativa che regola le procedure ad evidenza pubblica
; attenzione quindi al decreto legislativo 163/2006 che, dal 1 luglio 2006,
impone tale obbligo anche agli appalti di servizi e forniture.
Tar Sicilia, Catania, sentenza n. 2121 del 3 novembre 2006 - Le disposizioni
contenute nei bandi di gara e nelle lettere di invito devono ritenersi
integrate con le norme di legge aventi valore imperativo, senza necessità
di uno specifico rinvio, essendo principio valido in ogni procedimento
concorsuale quello per cui, anche se il bando costituisce la lex specialis,
le leggi c.d. autoesecutive devono essere comunque applicate, benché non
espressamente richiamate.
Giurisprudenza correlata:
Consiglio di Stato, sentenza n.
44 dell’ 11 gennaio 2006 - Quanto previsto dall’art.
30 della legge n. 109/1994, come modificato dall’art. 145, comma 50, della
legge n. 388 del 23 dicembre 2000, in tema di apertura anche agli
Intermediari Finanziari della possibilità di essere garanti negli appalti
pubblici di lavori, deve essere contemplata dalla lex specialis della gara
in quanto riconducibile direttamente al dettato normativo primario.
Consiglio di Stato, sentenza n. 819
del 24 febbraio 2005 - Anche se , al momento della gara, nessun
intermediario finanziario risulta munito dell’autorizzazione di cui
al D.p.r 115/2004, tale circostanza non puo’ implicare l’obbligo
per le stazioni appaltanti di accettarne la garanzia, non potendosi imporre
alle stesse un’interpretazione della legge che si risolveva in una
violazione della stessa.
E’ stato emanato il d.p.r. 30 marzo 2004,
n.115 per i Criteri per il rilascio dell'autorizzazione alla prestazione, da
parte di intermediari finanziari, di fideiussioni in relazione
all'affidamento di lavori pubblici, ai sensi dell'articolo 30, comma 1,
della legge 11 febbraio 1994, n. 109. (GU n. 104 del 5-5-2004) : testo in
vigore dal: 20-5-2004 (file DPR 115 2004.doc)
Tar Puglia, Bari, sentenza n. 3526 decisa
il 27 luglio 2005 - La validità della cauzione fideiussoria rilasciata
dagli intermediari finanziari è subordinata al possesso, da parte degli
stessi, dell’autorizzazione da parte del competente Ministero del
tesoro (ed ora dell’economia e delle finanze) all’esercizio
dell’attività di prestazione di garanzia, siccome prescritto dall’art.
30 L. n. 109 del 1994, come modificato dall’art. 145, co. 50, L. n. 388
del 2000.
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Affidamento di un
servizio pubblico locale senza gara
Consiglio di Stato, sentenza n. 5 dell’
8 gennaio 2007 - Qualora nello statuto di una Società per Azioni
con partecipazione di capitale pubblico, venga sancito che i poteri
appartengono agli organi sociali, e nel contempo non venga però
previsto alcun raccordo tra gli enti pubblici territoriali e la costituzione
degli anzidetti organi, non esistono le condizioni per il cd “controllo
analogo” per legittimare l’affidamento in house del relativo servizio
pubblico.
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Il diritto
dell’impresa al risarcimento dei danni patiti per avere confidato
nell’affidamento dell’appalto
Tar Lazio, Roma, sentenza n. 77 del 10 gennaio 2007 - Lesione dell’affidamento: l’espressa previsione della necessità
di indennizzare il privato in ordine ad eventuali pregiudizi subiti in
conseguenza della emanazione di provvedimenti di revoca di precedenti atti
amministrativi, non elimina la possibile responsabilità per violazione del
principio di buona fede nell’ambito delle trattative che conducono alla
conclusione del contratto.
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La proprietà dei
marciapiedi
Consiglio di Stato, sentenza
n. 7 dell’ 8 gennaio 2007 - Il marciapiede è una pertinenza d’esercizio della strada
(articolo 24 del codice della strada emanato con decreto legislativo 30
aprile 1992 n. 285), che ne costituisce parte integrante, e perciò si
presume di proprietà dell’ente proprietario della strada: aprire al
traffico un vicolo chiuso a prezzo dell’eliminazione dei marciapiedi e con
la carreggiata rasente alle case, è palesemente irrazionale.
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Il potere di
autotutela può essere esercitato anche sugli atti viziati di incompetenza
Consiglio di Stato, sentenza n. 10 dell’
8 gennaio 2007 - Il potere di autotutela, con il quale l’ordinamento attribuisce
all’amministrazione di poter emendare autonomamente l’azione
amministrativa dalle illegittimità commesse, spetta per definizione
all’organo che ha adottato l’atto asseritamene contrario alle regole di
diritto che ne disciplinano l’attività: anche gli atti viziati da
incompetenza possono essere annullati.
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Un’impresa
legittimamente esclusa non può ricorrere all’aggiudicazione
Consiglio di Stato, sentenza n. 17 dell’
8 gennaio 2007 - Il soggetto legittimamente escluso o non ammesso ad una pubblica
gara per l’assenza dei requisiti di partecipazione, non ha interesse
all’impugnazione, in quanto non ha interesse a contestare
l’aggiudicazione, non potendo trarre alcun vantaggio o beneficio
dall’annullamento degli atti di gara e, pertanto, dedurre vizi attinenti
la posizione dell’aggiudicatario.
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Il Consiglio di
Stato ci insegna che…
Consiglio di Stato, sentenza n. 45 del 10
gennaio 2007 - Il procedimento per la scelta del privato
contraente, da parte delle amministrazioni pubbliche e dei soggetti ad esse
equiparati, deve mirare alla selezione dell’impresa che, in un giudizio
condotto sulla scorta dei requisiti posseduti e di altri prefissati elementi
di valutazione, appaia quella in grado di assicurare il miglior risultato
per la parte appaltante: ancorare, perciò, l’esito di una tale
scelta ad un adempimento formale desunto da una non univoca disposizione
della legge o del bando, significherebbe sacrificare quello scopo ad una
infruttuosa applicazione di regole formali ed incoerenti con lo scopo
prefissato.
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