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Necessaria
dichiarazione di mancanza di sentenza di condanna ma anche dei decreti
penali di condanna
Tar Sicilia, Palermo, sentenza n. 769 del 9
marzo 2007 - Quale che sia la natura giuridico-processuale
dei decreti penali di condanna rispetto alle sentenze di
condanna,c iò che rileva ai fini dell’ammissione alle pubbliche gare
d’appalto è il possibile contenuto di essi e quindi l’inesistenza di
statuizioni che - assunte nell’una o nell’altra forma - possano
riguardare reati incidenti sull’affidabilità morale o professionale
dell’impresa.
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La somma delle
qualificazioni SOA in caso di Ati
Tar Sicilia, Palermo, sentenza n. 770 del 9
marzo 2007 - Il raggruppamento è normativamente concepito
come lo strumento giuridico-imprenditoriale attraverso con cui talune
imprese, possibilmente non qualificate per l’intero importo dei lavori,
riescono a raggiungere la soglia di qualificazione richiesta sfruttando la
sommatoria dei requisiti singolarmente posseduti: ove l’importo dei
lavori si collochi all’interno del “segmento” relativo alla
classifica richiesta, è sufficiente che la sommatoria delle classifiche
possedute dalle imprese riunite raggiunga detto importo e non anche il
livello massimo della classifica come contemplata nel D.P.R. n. 34/2000.
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Differenza fra
opere pubbliche e opere di interesse pubblico
Consiglio di Stato, sentenza n. 1030 dell’
8 marzo 2007 - Gli interventi di edilizia pubblica c.d.
agevolata o convenzionata, eseguiti da soggetti privati si traducono nella
realizzazione di beni di proprietà privata, superficiaria o piena e
pertanto non possono essere qualificate pubbliche in senso proprio, per
difetto del requisito soggettivo.
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E’ sul
committente che gravano gli errori del professionista incaricato
Consiglio di Stato, sentenza n. 1037 dell’ 8
marzo 2007 - Non può gravare sull’amministrazione la
responsabilità dell’errore commesso dal professionista scelto dal
richiedente un provvedimento pubblico: quest’ultima necessariamente
ricade sul committente, il quale peraltro potrà far valere la
responsabilità tecnica dell’incaricato nei propri confronti.
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La (necessaria)
sussistenza dell'elemento psicologico della colpa nella responsabilità
patrimoniale della pubblica amministrazione
Consiglio di Stato, sentenza n. 1049 dell’
8 marzo 2007 - Anche con riferimento
alla giurisprudenza comunitaria (Corte giustizia C.E. 5 marzo 1996, cause
riunite nn. 46 e 48 del 1993; 23 maggio 1996, causa C5 del 1994) è bene
evidenziare che in sede di accertamento della responsabilità della
Pubblica amministrazione per danno a privati il giudice (amministrativo)
può affermare la responsabilità quando la violazione risulti grave e
commessa in un contesto di circostanze di fatto e in un quadro di
riferimenti normativi e giuridici tali da palesare la negligenza e
l'imperizia dell'organo nell'assunzione del provvedimento viziato e
negandola quando l'indagine presupposta conduce al riconoscimento
dell'errore scusabile.
Giurisprudenza richiamata e correlata:
Consiglio
di Stato, sentenza n. 4440
del 13 luglio 2006 -
Secondo l’insegnamento consolidato della Corte costituzionale (sentenze
n. 113 del 1985 e 389 del 1989; ordinanze n. 274 del 1986 e 132 del 1990)
le pronunce della Corte di giustizia delle comunità europee hanno
efficacia diretta nell’ordinamento interno degli stati membri, al pari
dei regolamenti e delle direttive e delle decisioni della Commissione,
vincolando il giudice nazionale alla disapplicazione delle norme interne
con esse configgenti .
Consiglio
di Stato, sentenza n. 5500 del 10 agosto 2004 - L’omessa esclusione di
un’impresa, a fronte dell’omessa dichiarazione iniziale della
disponibilità di tutte le attrezzature necessarie ad assicurare una
corretta esecuzione dell’appalto, della verifica istruttoria
dell’indisponibilità diretta da parte della società poi selezionata di
alcuni indispensabili strumenti operativi e della tardiva comunicazione e
documentazione dell’utilizzo di macchinari locati da terzi, si rivela
senz’altro lesiva delle regole di condotta più sicure ed evidenti che
deve osservare l’amministrazione nella gestione di una procedura
competitiva: l’ammissione alla contrattazione delle sole imprese dotate
della capacità tecnica necessaria ad eseguire correttamente la
prestazione dovuta (vulnerata dalla mancata esclusione di un’impresa
priva della necessaria capacità produttiva) e la parità di trattamento
dei concorrenti (pregiudicata dal favore riservato ad una concorrente per
mezzo della sua rimessione in termini nella documentazione dell’idoneità
tecnica della sua organizzazione).
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La sussistenza di
legami di parentela con esponenti di clan camorristici NON è prova
sufficiente di infiltrazione mafiosa
Consiglio di Stato, sentenza n. 1056
dell’ 8 marzo 2007 - La misura interdittiva di cui all’art. 4
D.Lgs. n. 490/1994 con la quale si esclude dal mercato dei pubblici
appalti l’imprenditore che sia sospettato di legami o condizionamenti
mafiosi, mira all’obbiettivo di mantenere un atteggiamento intransigente
contro rischi di infiltrazione mafiosa per contrastare un eventuale
utilizzo distorto delle risorse pubbliche.
Giurisprudenza richiamata e correlata:
Consiglio
di Stato, sentenza n. 4135
del 27 giugno 2006 - La
revoca o il recesso previsti dell'art. 11 del D.P.R. n. 282/98,
quando gli elementi relativi a tentativi di infiltrazione mafiosa siano
accertati successivamente alla stipula del contratto, va letta in armonia
con il divieto di stipulare autorizzare o approvare i contratti e i
subcontratti, previsto dall'art. 10, comma 2, del medesimo testo, e
dall’art. 4 del d.lgs. n. 490 del 1994, allorché, a seguito delle
verifiche disposte dal Prefetto, emergano elementi relativi a tentativi di
infiltrazione mafiosa nelle società o imprese interessate: per evitare
però il travolgimento dei pilastri fondanti dell’ordinamento, quali i
principi di legalità e di certezza del diritto, non possono ritenersi
sufficienti fattispecie fondate sul semplice sospetto o su mere congetture
prive di riscontro fattuale, mentre occorre che siano individuati idonei e
specifici elementi di fatto, obiettivamente sintomatici e rivelatori di
concrete connessioni o collegamenti operativi con le predette
associazioni.
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Servizio di
Vigilanza: in caso di Ati, tutte le imprese devono essere in possesso
dell’autorizzazione prefettizia ad esercitare l’attività
Tar Calabria, Reggio Calabria, sentenza n.
206 del 6 marzo 2007 - Nel caso di raggruppamento temporaneo di
imprese, i requisiti soggettivi di capacità tecnica ed economica,
richiesti per la partecipazione ad una gara d'appalto di servizi, devono
essere posseduti da ciascuna impresa raggruppata, non essendo possibile
che gli stessi risultino interamente posseduti soltanto da alcune
partecipanti, salvo che la legge o il bando di gara dispongano altrimenti:
diversa regola vale per i requisiti oggettivi, esclusivamente in
ordine ai quali è consentito il “cumulo”.
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La
partecipazione alla gara costituisce condizione necessaria per radicare un
interesse personale e concreto all'annullamento delle prescrizioni di
bando contestate
Tar Calabria, Reggio Calabria,
sentenza n. 205 del 6 marzo 2007 - Solo con la presentazione della domanda di partecipazione
alla gara d'appalto, l'impresa presentatrice assume una situazione
giuridica differenziata rispetto a quella delle altre ditte presenti sul
mercato, divenendo titolare di un interesse legittimo giudizialmente
tutelato, che la abilita a sindacare la legittimità del bando della gara
alla quale ha dimostrato in concreto di voler prendere parte.
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Con una
possibilità pari al 50% di risultare aggiudicataria, l’impresa avrà
diritto al risarcimento del danno in proporzione
Tar Sicilia, Catania, sentenza n. 306 del 17
febbraio 2007 - Responsabilità della pubblica amministrazione:
per il requisito della colpa è indispensabile accedere ad una
nozione di tipo oggettivo che tenga conto, tra l’altro, dei vizi che
inficiano il provvedimento, della gravità della violazione commessa
dall'amministrazione, anche alla luce dell'ampiezza delle valutazioni
discrezionali rimesse all'organo, dei precedenti della giurisprudenza e
delle condizioni concrete.
Giurisprudenza richiamata e correlata:
Consiglio
di Stato, sentenza n. 3796
dell’ 8 luglio 2002 - E’ pacifica la natura di debito di valore
dell’importo del risarcimento del danno da responsabilità extra
contrattuale, e quindi il relativo credito va maggiorato degli accessori
destinati a conservarne la consistenza.
Consiglio
di Stato, sentenza n. 6302 del 27 settembre 2004 - La giurisprudenza riconosce la spettanza nella sua interezza
dell’utile di impresa nella misura del 10% qualora l’impresa possa
documentare di non aver potuto utilizzare le maestranze ed i mezzi,
lasciati disponibili, per l’espletamento di altri servizi: ove tale
dimostrazione non sia stata offerta è da ritenere che l’impresa
possa aver ragionevolmente riutilizzato mezzi e manodopera per lo
svolgimento di altri analoghi lavori o di servizi o di forniture (anche
per servizi e forniture essendo ritenuti estensibili i criteri ora detti),
così vedendo in parte ridotta la propria perdita di utilità; in tale
ipotesi il risarcimento può essere ridotto in via equitativa, in misura
pari al 5% dell’offerta dell’impresa.
Consiglio
di Stato, sentenza n. 2408 del 28 aprile 2006 - Perdita dell’occasione
di aggiudicarsi un appalto, da parte di un concorrente, a seguito
dell’illegittima selezione di un altro partecipante: il danno ingiusto
(pari al 10% del valore dell’appalto) causato dalla Pubblica
amministrazione (ancorché riferito alla lesione di interessi legittimi)
comporta una responsabilità di tipo extracontrattuale che, ai sensi
dell’art. 2043 Cod. civ., richiede comunque la verifica della
sussistenza dell’elemento soggettivo del dolo o della colpa.
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