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In caso di Ati,
non è legittima una cauzione provvisoria intestata alla sola mandataria
Tar Lombardia, Milano, sentenza
n. 1876 del 19 aprile 2007 - Nel caso di partecipazione ad una gara di
appalto di un raggruppamento temporaneo di imprese costituendo la polizza
fideiussoria mediante la quale viene costituita la cauzione provvisoria
deve essere, necessariamente intestata, a pena di esclusione, non già
alla sola capogruppo designata, ma anche alle mandanti: diversamente
opinando, verrebbe a configurarsi una carenza di garanzia per la stazione
appaltante per tutti i casi in cui l'inadempimento non dipenda dalla
capogruppo designata, ma dalle mandanti.
Giurisprudenza correlata:
Tar Lombardia, Milano, sentenza
n. 2678 del 30 giugno 2004 - Ati: a chi spetta di firmare la cauzione
provvisoria in caso di pagamento a semplice richiesta? il compito di
sottoscrivere il contratto ricade unicamente sulla impresa capogruppo, per
cui appare del tutto logico che sia quest'ultima a dover prestare la
cauzione a garanzia di un obbligo che le deriva "ex lege" per il
solo fatto di essere stata indicata nell'offerta quale capogruppo.
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Illegittima
esclusione, certezza di vittoria e risarcimento del danno
Tar Campania, Napoli, sentenza
n. 4073 del 19 aprile 2007 - Illegittima esclusione di un’impresa da una
procedura ad evidenza pubblica: qualora non esistano i presupposti per la
dimostrazione dell’errore scusabile, e nel caso di appalto affidato al
prezzo più basso, inequivocabilmente la ditta esclusa si sarebbe
aggiudicata la gara, non ci sono dubbi nel condannare la Stazione
Appaltante al risarcimento del danno, pari al 5% dell’offerta presentata
dalla ricorrente (ovvero del minor utile eventualmente dichiarato in sede
di gara.
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Il Dirigente può
presiedere la gara
Consiglio di Stato, sentenza
n. 1706 del 12 aprile 2007 - Secondo quanto previsto dall’art. 107,
co. 3 lett. a) del D. Lgs, n. 267/00, qualora non sia obbligatoria la
costituzione di un’apposita commissione, non esiste incompatibilità tra
il responsabile del procedimento ed il Presidente della gara di appalto.
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Consegna del
cantiere prima della stipula del contratto e successivo annullamento
dell’aggiudicazione (violazione norme antinfortunistiche) a lavori già
eseguiti al 50%
Consiglio di Stato, sentenza
n. 1723 del 12 aprile 2007 - Nessun errore né negligenza è
imputabile ad un’ Amministrazione che resasi conto di aver aggiudicato
l’appalto ad un’impresa incapace di contrarre con la P.A. e prima
della stipulazione del contratto, ha legittimamente disposto
l’annullamento dell’aggiudicazione stessa, a seguito della mancata
dichiarazione dell’ Amministratore Unico dell’impresa di avere
cagionato per colpa (ancorchè in epoca molto remota rispetto alla gara),
consistita in imprudenza, negligenza, imperizia e violazione delle norme
antinfortunistiche, la morte di un operaio.
Giurisprudenza richiamata e correlata:
Consiglio di Stato, sentenza
n. 5517 del 18 ottobre 2001 -
Il concetto di moralità professionale, nella sua ampiezza ed
elasticità, non si esaurisce nella semplice violazione delle regole di
diligenza tecnica, ma presuppone la realizzazione di un reato pienamente
idoneo a manifestare una più radicale e sicura contraddizione con i
principi deontologici della professione: si tratta di una valutazione che
non si cristallizza in criteri astratti ed automatici, dovendosi adattare
alle peculiarità del caso concreto, riferite tanto alle caratteristiche
dell’appalto, quanto al tipo di condanna ed alle concrete modalità di
commissione del reato.
Consiglio di Stato, sentenza
n. 5523 del 12 ottobre 2002 - Condanne per emissione di assegni a
vuoto, violazione norme sulla prevenzione infortuni, truffa, violazione
norme previdenziali: reati rilevanti ai fini della capacità a contrattare
con la P.A.
Consiglio di Stato, sentenza
n. 349 del 31 gennaio 2006 - Poiché nell’ipotesi di cui all’art.
444 c.p.p., l’applicazione della pena su richiesta delle parti (c.d.
patteggiamento) non comporta necessariamente l’affermazione della
responsabilità del reo, deve essere motivata l’esclusione da un appalto
pubblico per accertati per reati che incidono sull'affidabilità morale e
professionale, in quanto i margini di insindacabilità attribuiti
all'esercizio del potere discrezionale dell'amministrazione appaltante di
valutare una condanna penale, ai fini dell'esclusione di un concorrente da
una gara d'appalto, non consentono, comunque, al pubblico committente di
prescindere dal dare contezza di avere effettuato la suddetta disamina e
dal rendere conoscibili gli elementi posti alla base dell'eventuale
definitiva determinazione espulsiva.
Consiglio di Stato, sentenza
n. 2373 del 27 aprile 2006
- Esclusione da una procedura ad evidenza pubblica ai soggetti nei
cui confronti è stata pronunciata di applicazione della pena su
richiesta, ai sensi dell'articolo 444 del codice di procedura penale, per
reati che incidono sull'affidabilità morale e professionale: posto che la
norma non stabilisce quali sono i reati che incidono sulla detta
affidabilità, spetta all’Amministrazione stabilire, motivatamente, se
il reato per il quale il soggetto è stato condannato provoca, secondo il
comune e ragionevole convincimento, una obiettiva incisione sulla
affidabilità del condannato, sia sul piano morale che sul piano
professionale.
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Viene rispettata
la tutela della concorrenza qualora il prodotto presentato può essere
“equivalente” a quello descritto dalla lex specialis di gara
Consiglio di Stato, sentenza
n. 1725 del 12 aprile 2007 - Legittima ammissione di un’impresa il
cui prodotto risulta essere “equivalente” a quello richiesto dal
bando: nell’ambiguità delle previsioni, deve a pena di illegittimità
(non già degli atti di gara ma della loro applicazione) preferirsi
l’opzione che consente la maggiore partecipazione; nonché la
conservazione degli stessi atti inditivi là dove una opzione
interpretativa diversa li collochi nell’alveo della illegittimità.
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Appalto di
servizi: verifica dell’offerta anomala demandata ad una relazione
ulteriore
Consiglio di Stato, sentenza n. 1727 del 12
aprile 2007 - Appalto di servizio di pulizia: per verificare la conformità di
un’offerta considerata anomala da parte dell’Amministrazione, il
Consiglio di Stato incarica il Direttore dell’Ispettorato
Provinciale del Lavoro di Roma, o un funzionario dal medesimo all’uopo
delegato ad accertare il costo della manodopera dichiarato.
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Il principio
dell’avvalimento nel codice dei contratti
Tar Lombardia, Milano, sentenza
n. 1796 del 17 aprile 2007 - Non si può ritenere sussistente un principio
per cui le imprese che partecipano alle gare pubbliche debbano essere
proprietarie dei beni da utilizzare per la gestione del servizio.
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Le scelte
tecniche della stazione appaltante che non sono sindacabili dal giudice
amministrativo
Tar Lombardia, Milano, sentenza
n. 1774 del 17 aprile 2007 - Non sono sindacabili dal giudice amministrativo
, se non perché considerate manifestamente illogiche o irragionevoli o
fondate su insufficiente motivazione, né la valutazione dell’analogia
del servizio né la valutazione dell’anomalia.
Giurisprudenza richiamata:
Consiglio di Stato, sentenza
n. 4949 del 23 agosto 2006 - In vista dello sviluppo di un'effettiva
concorrenza nel settore degli appalti pubblici, il concorrente deve poter
far valere, utilmente ed in contraddittorio, il suo punto di vista su
ciascuno dei vari elementi di prezzo proposti, prima che
l’amministrazione possa respingere un'offerta perché ritenuta
anormalmente bassa: solo attraverso un contraddittorio - anche sviluppato
in più fasi - tra amministrazione ed impresa è possibile infatti attuare
quella funzione di partecipazione piena e costruttiva al procedimento che
consente alla seconda di esercitare in modo pieno il proprio diritto di
iniziativa economica privata, armonizzandolo con il perseguimento
del pubblico interesse, sia in termini della migliore offerta sotto il
profilo economico, che dal punto di vista della sua compatibilità con
altri interessi pubblici da valutare comunque nell’ambito dell’iter
procedimentale.
Consiglio di Stato, sentenza
n. 5191 del 7 settembre 2006 - La motivazione dell’atto che
conclude il giudizio di anomalia deve essere di norma particolarmente
approfondita solamente nel caso in cui l’amministrazione esprima un
giudizio negativo che fa perdere all’aggiudicatario la posizione di
vantaggio provvisoriamente conseguita, non richiedendosi una diffusa
motivazione (che può trovare sostegno per relationem nelle
giustificazioni presentate dal concorrente) quando il giudizio, invece,
valga a confermare la già disposta aggiudicazione, salvo che ci si trovi
di fronte alla peculiarità di un ribasso decisamente più consistente
rispetto alle altre imprese offerenti a fronte del quale
l’amministrazione ha deciso, non certo irrazionalmente di sottoporre
l’offerta a verifica ma, a tal punto, occorreva un’istruttoria
particolarmente rigorosa ed una conseguente motivazione congrua e
dettagliata.
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La presenza di un
rappresentante dell’impresa alle sedute pubbliche e l’interesse a
ricorrere di una partecipante che è stata legittimamente esclusa
Tar Campania, Napoli, sentenza
n. 4066 del 19 aprile 2007 - La presenza di un amministratore, di un socio o
di un soggetto all’uopo delegato alle operazioni di gara, determina la
piena conoscenza di quanto accade e viene deciso in quella stessa sede,
con consequenziale immediata decorrenza del termine decadenziale per
proporre eventuali impugnazioni.
Giurisprudenza richiamata:
Consiglio di Stato, sentenza
n. 6031 del 16 settembre 2004 - Il concorrente ad una
licitazione privata, escluso dalla gara per inosservanza di una clausola
concorsuale tassativa, non ha interesse a dedurre l’illegittimità della
propria esclusione sotto il profilo della disparità di trattamento nei
confronti di altri concorrenti, in quanto, ove sia legittima la sua
esclusione in base alla regola della quale l’Amministrazione ha fatto
applicazione, nessuna utilità, neppure di natura morale, potrebbe a lui
derivare dalla esclusione anche del terzo, essendosi per lui conclusa la
procedura concorsuale con l’adozione del provvedimento impugnato in
primo grado, e residuandogli soltanto interessi di mero fatto rispetto al
bene della vita cui si riferisce la procedura.
Consiglio di Stato, sentenza
n. 4692 del 13 settembre 2005 - L’interesse alla rinnovazione della
gara da parte del concorrente legittimamente escluso per inidoneità
dell’offerta si configura come interesse di mero fatto, non tutelabile
quale interesse legittimo, non avendo lo stesso una aspettativa diversa e
maggiormente qualificata di quella che si può riconoscere in capo ad un
qualunque altro soggetto che alla prima gara non abbia preso parte e che
si riprometta invece di concorrere alla seconda, in quanto la
partecipazione alla gara di appalto costituisce il fatto di legittimazione
che radica nell’impresa l’interesse giuridicamente protetto
all’impugnazione dell’aggiudicazione del contratto ad altro
concorrente, con la conseguenza che l’estromissione dalla procedura
concorsuale priva il soggetto escluso del titolo a dedurre vizi inerenti
le ulteriori fasi della medesima procedura.
Consiglio di Stato, sentenza
n. 1589 del 29 marzo 2006 - L'esclusione legittima conclude per
l'aspirante, il procedimento di gara, e la sua posizione, rispetto al bene
della vita su cui verte la procedura, non assume altra configurazione che
quella di interesse di mero fatto, del tutto priva di rilevanza e tutela
giuridica : si ritiene insussistente anche l'interesse strumentale ad
un'eventuale rinnovazione della procedura di gara, in quanto, a seguito
dell'esclusione legittima, la Ditta non ha un'aspettativa diversa e
maggiormente qualificata rispetto a quella che si può riconoscere a
qualsiasi altro soggetto che non abbia preso parte alla gara e si
riprometta, ad esempio, di parteciparvi a seguito dell'eventuale
rinnovazione.
Consiglio di Stato, sentenza
n. 5067 del 30 agosto 2006 - E’ riconoscibile in capo al
concorrente legittimamente escluso dalla gara l’interesse ad insorgere
avverso gli atti successivi alla sua estromissione e contro l’avvenuta
aggiudicazione, ancorché in vista dell’eventuale rinnovazione della
procedura ed in funzione della sua successiva partecipazione alla nuova
gara? Il Consiglio di Stato risponde negativamente in quanto
dall’annullamento della mancata esclusione dell’altro concorrente o
dell’aggiudicazione a questo attribuita, la ditta esclusa non potrebbe
ricavare alcun concreto vantaggio.
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