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Nella nozione di
lavoro autonomo (art 7 c.6 del d.lgs. n° 165) rientrano il contratto
d’opera e il contratto di prestazione d’opera intellettuale, entrambi
caratterizzati da una prestazione di natura personale: bisogna
invece fare la gara per i servizi qualora sia richiesta a una forte
componente organizzativa.
Tar Lombardia, Milano, sentenza
n. 4967 dell’ 11 giugno 2007 - Un incarico di consulenza relativo
all’affidamento del servizio di distribuzione del gas metano tramite
gara è un appalto di servizi e come tale, per il suo affidamento, un’
Amministrazione deve procedere secondo la disciplina prevista dal
d.lgs. n° 163 del 12-4-2006, comprese le norme relative ai contratti cd.
sotto soglia.
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Le tre
sanzioni di cui alla norma sul sorteggio (art. 48 del decreto legislativo
163/2006 smi )sono automatiche ma autonome: l’escussione della cauzione
e segnalazione all’Autorità possono essere discusse
indipendentemente dall’impugnazione del provvedimento di esclusione
dalla gara.
Consiglio di Stato, sentenza
n. 3704 del 27 giugno 2007
- La norma di cui all’articolo 10 comma 1 quater della Merloni (ora
art. 48 del decreto legislativo 163/2006 smi) è costantemente
interpretata nel senso che esclusione dalla gara, escussione della
cauzione e segnalazione all’Autorità sono conseguenze automatiche del
verificarsi dei presupposti in essa previsti (la mancata documentazione
nel termine di 10 giorni dalla richiesta del possesso dei requisiti di
capacità economico-finanziaria e tecnico-organizzativa): le tre sanzioni
sono peraltro autonome, suscettibili di separata impugnazione dinanzi al
giudice amministrativo e pertanto nessuna preclusione, dunque, potrebbe
discendere dal consolidamento dell’atto di esclusione..
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Ben può una
stazione appaltante, anche dopo aver fatto la verifica di cui all’
articolo 10 comma 1 quater della Merloni,(ora art. 48 del decreto
legislativo 163/2006 smi) , considerare “deserta” la procedura in
quanto nessuna partecipante è risultata in possesso delle “relative
qualificazioni” per le categorie OG11 ed OS7 previste dal bando.
Consiglio di Stato, sentenza
n. 3763 del 27 giugno 2007
- La tesi secondo cui il
fatto che dalla verifica effettuata ex art. 10 della legge n. 109/1994 non
sia stato confermato il possesso dei requisiti generali in capo
all’aggiudicatario provvisorio avrebbe comunque dovuto portare alla
aggiudicazione in suo favore (secondo classificato, risultato regolarmente
in possesso, a séguito della verifica medesima, dei detti requisiti), se
si rivela in astratto corretta (dal momento che dalla previsione
legislativa che la documentazione comprovante tale possesso venga
richiesta non solo al primo, ma anche al secondo classificato, si trae
chiaramente la finalità della norma volta ad aggiudicare la gara,
comunque, ad uno dei primi due classificati, se in possesso dei requisiti
generali) , è comunque vanificata, dal pacifico principio, secondo cui,
in qualunque fase della gara e addirittura anche successivamente alla sua
conclusione l’Amministrazione può procedere alla verifica della
regolarità delle fasi precedenti, con particolare riguardo al possesso
dei requisiti prescritti dalle régole di gara .
Giurisprudenza richiamata e correlata
Consiglio di Stato, sentenza
n. 1286 del 13 marzo 2006 - Applicazione dell’articolo 10
comma 1 quater della Legge 109/94 s.m.i.:se la mancata produzione
documentale si verifica soltanto da parte della prima classificata, mentre
la seconda prova il possesso dei prescritti requisiti, la norma richiamata
non lascia alcun dubbio sulla necessità dell’automatica aggiudicazione
alla seconda classificata, senza che l’Amministrazione possa procedere
ad un nuovo calcolo delle medie e ad una nuova aggiudicazione.
Consiglio di Stato, sentenza
n. 4971 del 24 agosto 2006 - Se il primo classificato non è
in grado di dimostrare il reale possesso dei requisiti richiesti dalla lex
specialis di gara, l’aggiudicazione va al secondo classificato; soltanto
nel caso anche questa impresa non confermi le proprie dichiarazioni,
l’amministrazione dovrà procedere alla determinazione della nuova
soglia di anomalia dell’offerta e alla conseguente nuova aggiudicazione
(art. 10 comma 1 quater della Legge Merloni come ripreso dall’articolo
48 del decreto legislativo 163/2006).
Tar
Lombardia , Brescia, sentenza n. 1349 del 26
ottobre 2006 - Nel caso in cui l’aggiudicatario non riesca a
dimostrare il possesso dei requisiti speciali richiesti dal bando,
l’aggiudicazione va al secondo in graduatoria che ben può quindi
proporre ricorso anche facendo valere censure riferite alle dichiarazioni
o alla documentazione del primo classificato senza incontrare il
limite di inammissibilità collegato alla soglia di anomalia
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Sull’annullamento
da parte del Consiglio di Stato di una sentenza di un Tar e sul rinvio al
giudice civile
Consiglio di Stato, sentenza
n. 3801 del 28 giugno 2007
- La Corte costituzionale (sentenza n. 77 del 2007) e le Sezioni Unite
(sentenza n. 4109/2007) hanno affermato il principio secondo cui il giusto
processo è diretto non allo scopo di sfociare in una decisione
purchessia, ma di rendere una pronuncia di merito, stabilendo chi ha
ragione e chi ha torto, onde esso deve avere per oggetto la verifica della
sussistenza dell'azione in senso sostanziale e, nei limiti del possibile,
non esaurirsi nella discettazione sui presupposti processuali:
all’annullamento della decisione del T.a.r. debba seguire il rinvio
della causa al giudice ordinario, con salvezza degli effetti sostanziali e
processuali della domanda proposta davanti al giudice privo di
giurisdizione.
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Sulla
differenza fra “insegne di esercizio” e “insegne pubblicitarie” da
porre sulle lungo le strade o in vista di esse al fine di evitare disturbo
visivo con conseguente pericolo per la sicurezza della circolazione
Consiglio di Stato, sentenza
n. 3782 del 28 giugno 2007 - Il nulla osta favorevole dell’ente
proprietario di una strada riguardante l’insegna di esercizio è
subordinato alla condizione che la stessa non si configuri, in effetti,
per le sue caratteristiche, quale mezzo essenzialmente
pubblicitario; in secondo luogo, che, pur trattandosi, effettivamente, di
insegna di esercizio, essa può essere autorizzata purché non pregiudichi
la sicurezza della circolazione.
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Sul decorso
dei termini per la proposizione del ricorso giurisdizionale
Consiglio di Stato, sentenza
n. 3775 del 28 giugno 2007
- Per la costante giurisprudenza del Consiglio di Stato , il termine
per chiedere l’annullamento di un provvedimento decorre dalla conoscenza
dei suoi effetti lesivi e del suo contenuto essenziale, senza che sia
necessaria la compiuta conoscenza della motivazione o dei vizi di
legittimità del provvedimento medesimo, conoscenza che è rilevante solo
ai fini della successiva proposizione dei motivi aggiunti.
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La trasformazione
del rito dalla fase cautelare a quella di definizione del giudizio deve
avvenire in presenza dell’avvocato difensore della ricorrente
Consiglio di Stato, sentenza
n. 3749 del 27 giugno 2007
- Per quanto riguarda la trasformazione del rito ai sensi dell’art.
21, decimo comma, della legge n. 1034 del 1971, essa poteva avere luogo in
primo grado solo ove fosse stata previamente comunicata tale possibilità
al difensore della ricorrente : infatti, pur a seguito della riduzione del
termine da dieci a cinque giorni del termine dilatorio dopo il quale va
fissata la camera di consiglio per l’esame della domanda cautelare, la
trasformazione del rito può avere luogo nella camera di consiglio, purché
le parti costituite risultino avvertite di tale possibilità, affinché
valutino se manifestare in contrario la loro volontà, ad esempio perché
intendano rispettivamente formulare motivi aggiunti ovvero istanze
istruttorie.
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Sulla
circostanza che anche il solo annullamento dell’atto di esclusione può
risultare satisfattivo delle esigenze di un’impresa in quanto il
mero rapporto di parentela non è sufficiente a raggiungere la
soglia minima per riscontrare il pericolo di condizionamento mafioso
Consiglio di Stato, sentenza
n. 3707 del 27 giugno 2007
- Anche assumendo l’impossibilità di ripetizione della gara,
l’aspirazione all’aggiudicazione del contratto del concorrente escluso
può fondare una pretesa risarcitoria autonoma solo quando le chances di
successo risultino apprezzabili.
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Le false
dichiarazioni di inesistenza di precedenti penali pur in presenza di
condanne patteggiate riguardanti il presidente del Consiglio di
Amministrazione di una Società ne legittimano l’esclusione con la
conseguente escussione della garanzia provvisoria
Consiglio di Stato, sentenza
n. 3750 del 27 giugno 2007 - Il patteggiamento per reati di turbata
libertà degli incanti (in concorso) e di falso ideologico in atti
pubblici (in concorso) del proprio presidente del Consiglio di
Amministrazione, devono essere dichiarati da parte dell’impresa
partecipante a pena di esclusione, di annullamento dell’aggiudicazione
provvisoria e di escussione della garanzia provvisoria: la omessa
indicazione da parte di una impresa concorrente in una gara di appalto per
l’affidamento di lavori pubblici, nell’ambito della autocertificazione
della esistenza di sentenze di patteggiamento ex art. 444 c.p.p. a carico
di determinati soggetti, per reati che incidono sulla loro moralità
professionale, si manifesta già come dichiarazione non veritiera, cui
consegue necessariamente la esclusione dalla gara, con carattere
assorbente.
La sentenza confermata è la seguente:
Consiglio di Stato, sentenza
n. 2933 del 7 giugno 2005
- Il possesso della attestazione Soa in capo ad una impresa non
impedisce né sostituisce l’accertamento e la valutazione dei requisiti
morali, concernendo piuttosto il profilo di ordine tecnico, organizzativo
ed economico della impresa: l’istituto del patteggiamento, ossia della
decisione penale di condanna su richiesta della parte, non può certo
costituire un espediente per sfuggire ai requisiti di moralità
professionale, richiesti ai partecipanti alle gare di appalto, nel senso
che la valutazione della incidenza di tali reati su detta moralità e,
quindi, sulla possibilità di partecipare alla gara non può essere
rimessa all’arbitrio del concorrente; pertanto, essendo mendace la
dichiarazione che non dia piena contezza delle condanne patteggiate, è
legittimamente escluso dalla gara il concorrente che ometta di dichiararle
e sarebbe illegittimo l’operato della amministrazione appaltante che non
tenesse conto della omissione di dichiarazione.
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Sulla
differenza fra subappalto e designazione da parte del Consorzio
aggiudicatario dell’impresa che materialmente effettuerà i lavori
Consiglio di Stato, sentenza
n. 3477 del 22 giugno 2007 - Deve escludersi che
l’esecuzione delle opere oggetto di gara possa, dal soggetto designato
dall’aggiudicatario, essere affidata, puramente e semplicemente, a detto
soggetto terzo, in quanto, a ben vedere, si verserebbe di fatto, in tal
caso, in un’ipotesi di subappalto che non solo dovrebbe essere
autorizzato dall’amministrazione, ma che, soprattutto, dovrebbe
rispondere ai requisiti di legge e, in particolare, a quelli di cui
all’art. 18 della legge 19 marzo 1990, n. 55 (ora, art. 118 del d.lgs.
12 aprile 2006, n. 163).
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Viene
affermata l’applicazione del contratto collettivo del settore di attività
prevalente salvo però che un settore di attività imprenditoriale debba
ritenersi del tutto autonomo: solo per le attività complementari ed
accessorie sussiste la possibilità di fare riferimento al contratto
collettivo disciplinante l' attività principale.
Tar Lombardia, Milano, sentenza
n. 5265 del 18 giugno 2007 –
L'appartenenza alla categoria professionale, ai fini
dell'applicazione del contratto collettivo, si determina secondo l'attività
effettivamente esercitata dall'imprenditore: se lo stesso esercita
distinte attività aventi carattere autonomo, si applicano ai rispettivi
rapporti di lavoro le norme dei contratti collettivi corrispondenti alle
singole attività (tale orientamento si basa sull’applicazione
dell’art 2070 del codice civile anche ai contratti collettivi di diritto
comune ) anche e soprattutto per il rispetto dei principi di concorrenza e
parità di trattamento in materia di gare pubbliche codificati dall’art
2 del d.lg.s n° 163/ 2006.
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