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Riscontrare
dichiarazioni non veritiere relative alla regolarità della posizione
fiscale dopo l’aggiudicazione provvisoria: legittima anche
l’escussione della garanzia provvisoria in quanto l’avvenuto pagamento
successivo delle pendenze fiscali non può sanare l’irregolarità
dell’autocertificazione
Tar Lazio, Roma, sentenza
n.7748 del 9 agosto 2007 - La revoca dell’aggiudicazione provvisoria
avviene in base al combinato disposto degli artt. 71 e 75 del DPR 445/2000
per la non veridicità delle dichiarazioni contenute nelle
autocertificazioni, non venendo in rilievo il controllo a campione di cui
all’art. 10 comma 1 quater della legge n. 109/1994 (ora articolo 48 del
decreto legislativo 163/2006 smi); l’escussione della cauzione
provvisoria è diretta conseguenza della mancata stipula del contratto per
fatto dell’aggiudicatario, e la segnalazione all’Autorità di
Vigilanza è obbligatoria ai sensi dell’art. 27 comma 2 lett.t del DPR
n. 34/2000.
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In caso di
esclusione per grave negligenza o malafede nell'esecuzione delle
prestazioni affidate dalla stazione appaltante che bandisce la gara, la
Stazione appaltante ha l’obbligo di dimostrare la gravità
dell’inadempimento: l’aggiudicazione ad altra impresa va annullata con
conseguente inefficacia del contratto stipulato
Tar Puglia, Lecce, sentenza
n. 3097 del 31 agosto 2007 - L’ intervenuta risoluzione del contratto con
uno dei soggetti in ATI non determina una causa di esclusione automatica
da successive procedure di gara bandite dalla stessa amministrazione,
posto che il l’ art. 38 del Codice dei contratti pubblici, nel prevedere
che la vicenda risolutoria sia sintomatica di grave negligenza o malafede
ovvero di errore grave da parte del contraente, chiama l’Amministrazione
ad un motivato giudizio valutativo che, secondo motivata valutazione
della stazione appaltante, hanno commesso grave negligenza o malafede
nell’esecuzione delle prestazioni affidate dalla stazione appaltante che
bandisce la gara”) in ordine alla gravità dell’inadempimento – sul
piano soggettivo e non meramente oggettivo - maturato in ordine a
ipotetiche fattispecie contrattuali pregresse
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Il
risarcimento del danno può essere diminuito in caso di corretto esercizio
del potere di aututela
Consiglio di Stato, sentenza
n. 4401 del 10 agosto 2007 - L’Amministrazione - quando diventa pienamente
consapevole della illegittimità dei propri provvedimenti ed emana atti di
autotutela volti al ripristino della legalità e alla reintegrazione della
sfera giuridica di chi ha ritualmente e fondatamente proposto il ricorso
giurisdizionale – pone in essere un comportamento da valutare
positivamente, che rende meno grave il suo precedente illecito ed è
valutabile dal giudice amministrativo nell’esercizio dei propri poteri
di quantificazione del danno risarcibile : l’ordinamento – e per esso
il giudice amministrativo – valuta positivamente tale sopravvenuto
comportamento, che – anche se non rimuove il precedente illecito, né fa
venir meno l’originaria colpevolezza – è senz’altro meritevole di
favorevole considerazione nella sede giurisdizionale.
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Sui poteri del
giudice amministrativo di decidere del risarcimento del danno
Consiglio di Stato, sentenza
n. 1047 del 18 marzo 2005 - Qualora, nonostante la tempestiva e fondata
impugnazione del provvedimento di aggiudicazione, la società appellante
– per le circostanze sopravvenute alla proposizione del ricorso
originario e ad essa non riferibili – non può conseguire alcuna utilità
dall’accoglimento della domanda di annullamento, il giudice
amministrativo ben può decidere sul risarcimento del danno: La legge n.
205 del 2000, nel novellare l’art. 35, sul piano della giurisdizione e
su quello sostanziale ha esteso il potere del giudice amministrativo di
disporre «l’eventuale risarcimento del danno», «nell’ambito della
sua giurisdizione», così generalizzando la regola per cui l’interesse
legittimo è tutelato in sede giurisdizionale non solo con
l’annullamento, ma anche con lo «strumento di tutela ulteriore» del
risarcimento (Corte Cost., 6 luglio 2004, n. 204)
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Anche ad
appalto eseguito, persiste l’interesse del secondo all’eventuale
risarcimento del danno
Consiglio di Stato, sentenza
n. 4389 del 10 agosto 2007
- L’interesse protetto o comunque la situazione soggettiva di cui è
titolare il partecipante alla gara è costituito non dalla astratta
legittimità del comportamento dell’Amministrazione, bensì della
possibilità di conseguire l’aggiudicazione, sicchè anche la possibilità
del mero riconoscimento del diritto al risarcimento dei danni non può
prescindere dalla impugnazione degli atti che all’aggiudicazione
comunque si oppongono: l’esecuzione, in tutto o in parte, dell’appalto
oggetto di una gara indetta dall’Amministrazione, non determina il venir
meno, in capo al partecipante non aggiudicatario, dell’interesse a
ricorrere avverso gli atti della procedura concorsuale e ciò non
solo per la persistenza di un diritto morale, ma anche in relazione ad un
eventuale diritto risarcitorio volto a ristorare il ricorrente dal
pregiudizio patito per effetto dell’illegittimità
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Appalto per
l’ affidamento dei servizi di riscossione dei tributi e delle altre
entrate comunali: nel termine “gestione”, deve ritenersi compresa
anche l’attività di “riscossione” dei tributi.
Consiglio di Stato, sentenza
n. 4408 del 10 agosto 2007
- L’affidamento di tutte le attività e, quindi, anche
dell’attività di riscossione delle entrate, è infatti indicato con più
proprietà con il termine “gestione”, che comprende tutto il ciclo di
trattazione dei tributi e delle altre entrate comunali
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La revoca
dell’assegnazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica, può
intervenire anche dopo che l’assegnatario abbia fatto domanda di
cessione dell’alloggio in proprietà purché prima della stipulazione
del relativo contratto.
Consiglio di Stato, sentenza
n. 4486 del 24 agosto 2007 - A norma degli artt. 95 del D.P.R. 24.7.1977, n.
616, e dell’art. 55 della legge 5.8.1978, n. 457, spetta al Comune
l'adozione dei provvedimenti di annullamento, decadenza o revoca
dell'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, e,
quindi, spetta in via esclusiva a tale ente la legittimazione passiva in
ordine al ricorso con cui l'assegnatario si opponga a tali provvedimenti:
agli Istituti autonomi per le case popolari (e, quindi, all’A.T.E.R.P.)
che conservano la mera gestione di detti immobili, deve riconoscersi
la sola facoltà di spiegare intervento a sostegno delle ragioni del
Comune, con la conseguenza che tali enti non possono qualificarsi
controinteressati ai quali il ricorso deve necessariamente essere
notificato
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Legittimazione
soggettiva nei giudizi proposti per l’annullamento dell’ordinanza
contingibile e urgente adottata da un sindaco: quando un sindaco,
nell'adempimento delle sue funzioni, agisce quale ufficiale di governo,
l'ordinamento disciplina un fenomeno di imputazione giuridica allo stato
degli effetti dell'atto dell'organo del comune, nel senso che il sindaco
non diventa un "organo" di un'amministrazione dello stato, ma
resta incardinato nel complesso organizzativo dell'ente locale, senza che
il suo status sia modificato
Consiglio di Stato, sentenza
n. 4448 del 13 agosto 2007 - In caso di impugnazione di un provvedimento
contingibile e urgente, adottato dal Sindaco quale ufficiale di Governo,
è escluso che il relativo ricorso, se proposto solo per l'annullamento di
atti, debba essere notificato anche al Ministero dell'interno, mentre
diversamente deve essere ritenuto nel caso di contemporanea o successiva
azione risarcitoria, affinché lo Stato non venga chiamato a rispondere
dei danni senza aver potuto tempestivamente difendersi: deve ritenersi
ammissibile il ricorso avverso ordinanze contingibili e urgenti nel caso
in cui l'instaurazione del processo sia avvenuta con notifica al comune,
in quanto, nel caso di adempimento di funzioni di ufficiale di governo da
parte del sindaco, l'ordinamento disciplina un fenomeno di imputazione
giuridica allo Stato degli effetti di atti di un organo del comune, nel
senso che il sindaco non diventa un organo di un'amministrazione dello
Stato ma resta incardinato nel complesso organizzativo dell'ente locale.
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Art. 42 del
d.lgs n. 163/2006: deve esistere una necessaria coerenza fra i requisiti
richiesti e l’oggetto dell’affidamento altrimenti si genera una
irragionevole limitazione della platea di possibili partecipanti alla gara
e un’irragionevole discriminazione tra possibili concorrenti: il bando
va immediatamente contestato, senza dover partecipare!
Tar Lazio, Roma, sentenza
n. 7259 del 2 agosto 2007 - Le clausole del bando che debbono essere
immediatamente impugnate sono quelle che prescrivono requisiti di
ammissione o di partecipazione alle gare per l’aggiudicazione, dal
momento che la loro asserita lesività non si manifesta e non opera per la
prima volta con l’aggiudicazione, bensì nel momento anteriore nel quale
tali requisiti sono stati assunti come regole per l’amministrazione: va
affermato l’onere di immediata e autonoma impugnazione del bando con
riferimento a clausole che impongano, ai fini della partecipazione,
“oneri manifestamente sproporzionati ai caratteri della gara” tali da
comportare “l’impossibilità, per l’interessato, di accedere alla
procedura ed il conseguente arresto procedimentale”.
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Non tutti i
profili di irregolarità contributiva comportano l’annullamento
dell’aggiudicazione con relativa escussione della cauzione provvisoria
Tar Toscana, Firenze, sentenza
n.1580 del 30 luglio 2007 - Non comporta annullamento dell’aggiudicazione
provvisoria (con relativa escussione della cauzione provvisoria) il fatto
che un competente Sportello Unico, pur dichiarando che le due imprese non
risultavano regolari con il versamento dei contributi tuttavia segnavano
l’importo di € 0,0 come scopertura contributiva e, circa la causa del
debito contributivo, barravano la casella “Altro”, e non quelle
verbale ispettivo, insoluti, denuncia lavoratori oppure note di rettifica
: l’art. 2 del D.legge 210/2002, mentre in capo alle imprese
aggiudicatrici prescrive il requisito della regolarità contributiva,
documentata da apposita certificazione a pena di revoca
dell’affidamento, tuttavia non per questo contempla la misura della
revoca obbligatoria per qualsiasi ipotesi in cui emergono profili di non
regolarità contributiva
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L’articolo
38 , comma 3; del decreto legislativo 163/2006 smi prevede a carico
dell’affidatario l’obbligo di acquisire una certificazione rilasciata
dagli enti previdenziali, i quali debbono stipulare un’apposita
convenzione per il rilascio di un documento unico di regolarità
contributiva (c.d.. DURC ).
Consiglio di Stato, sentenza
n. 4273 dell’ 1 agosto 2007 - Il legislatore è convinto dell’ estrema
gravità del mancato rispetto obblighi contributivi , sia per quanto
concerne i diritti dei lavoratori , sia per quel che riguarda la finanza
pubblica ( costretta ad impegnare ingenti risorse per porre rimedio
ai notevoli deficit degli enti previdenziali), sia con riferimento alla
corretta concorrenza tra le imprese del settore ( potendo essere
avvantaggiate le imprese che non rispettano in tutto o in parte ,anche
sotto il profilo del non tempestivo adempimento, gli obblighi
previdenziali ) : l’art. 86, comma 10 del D.Lgs. 10 settembre 2003 n.
276, con l’aggiungere la lett. b-bis all’art. 3, comma 8 del D.Lgs 14
agosto 1996 n.494 ha previsto, con specifico riferimento alla materia dei
lavori (pubblici e privati ), un documento unico di regolarità
contributiva comprensivo anche dei contributi dovuti alle casse edili: la
verifica della regolarità contributiva non è più di competenza delle
stazioni appaltanti ( le quali peraltro dovevano a tal fine far
riferimento ai soli dati in possesso dell’Osservatorio dei lavori
pubblici ) , ma è demandata agli enti previdenziali.
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