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Giurisprudenza - Rassegna a cura di Sonia Lazzini - 16 ottobre 2007

 

 


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Richiesta di attribuzione di una nuova destinazione urbanistica ad un fondo di proprietà: in quali casi un ricorso deve essere considerato inammissibile per carenza di interesse?

Consiglio di Stato,  sentenza n. 5355 dell’ 11 ottobre 2007  - E’ noto che la dichiarazione di inammissibilità per sopravvenuta carenza d’interesse di un ricorso consegue unicamente ad una radicale modificazione della situazione di fatto e di diritto esistente al momento della domanda, tale da rendere certa e definitiva l’inutilità della sentenza (anche sotto un profilo meramente strumentale e morale): posto che i Comuni sono obbligati a dotarsi di uno strumento urbanistico generale che copra l’intero territorio, la situazione che si crea in conseguenza della decadenza di taluni vincoli del piano regolatore ai sensi dell’art.2, comma 1, della L. n, 1187/68 è per sua natura provvisoria, essendo destinata a durare fino all’obbligatoria integrazione del piano stesso, divenuto parzialmente inoperante; pertanto, l’inerzia del Comune a fronte del procedimento di silenzio rifiuto attivato dal privato rende senz’altro sussistente l’interesse alla pronuncia, visto che nessun provvedimento espresso, satisfattivo dell’interesse della ricorrente, era stato adottato dall’amministrazione, non essendo sufficiente allo scopo il semplice avvio del procedimento di revisione del P.R.G.


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Rinnovata destinazione a verde pubblico di un area privata:  in quali termini le scelte urbanistiche di carattere generale possono essere sottoposte al parere del giudice amministrativo?

Consiglio di Stato,  sentenza n. 5357 delL’ 11 ottobre 2007 - L’ unico limite nell’esercizio della delicata funzione di pianificazione urbanistica, è  quello intrinseco della non arbitrarietà, non irragionevolezza e non irrazionalità: non vi è dubbio che le scelte urbanistiche di carattere generale costituiscano apprezzamenti di merito e che, pertanto, sono sottratte al sindacato di legittimità, salvo che non siano inficiate da errori di fatto, da illogicità ovvero irragionevolezza; allorquando l’Amministrazione reinterviene in materia di pianificazione territoriale, deve verificare la persistente compatibilità delle destinazioni già impresse ad aree situate nelle aree più diverse del territorio comunale rispetto ai principi informatori della vigente disciplina di piano regolatore e alle nuove esigenze di pubblico interesse


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Criterio di aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa: quali sono i parametri, oggettivi e soggettivi, da verificare? Per le offerte anomale, quali sono le giustificazioni a sostengo di un prezzo basso? Si può accettare la dichiarazione che  il prezzo (basso) sarebbe da inquadrare “nell’ambito di una strategia aziendale di espansione” per l’aumento delle commesse che sarebbe presumibilmente conseguito a seguito dell’aggiudicazione della gara?

Consiglio di Stato,  sentenza n. 5282 del 9  ottobre 2007 - L’aggiudicazione di una gara di appalto, con il sistema della offerta economicamente più vantaggiosa, , non deve essere effettuata a favore di un concorrente solo in considerazione delle sue potenzialità di ordine tecnico ed economico-finanziario, del fatturato pregresso o dalla qualificazione conseguita (quale nella specie la certificazione UNI EN ISO 9001 – 2000)   ma deve essere operata a favore del concorrente che abbia presentato, in relazione all’oggetto specifico della gara, l’offerta più conveniente, e nello stesso tempo seria ed affidabile, per l’amministrazione.


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Possono i giudici amministrativi  emettere un giudizio sul denunciato collegamento sostanziale senza che la stessa situazione sia stata valutata  dall’Amministrazione? Quali sono le  situazione che l’art. 10 comma 1 bis della Legge Merloni ha voluto impedire, a tutela della libertà della competizione concorrenziale, nel quadro dei principi del diritto comunitario, e della stessa libertà di iniziativa economica di cui all’art. 41 cost?

Consiglio di Stato,  sentenza n. 5289 del 9  ottobre 2007  - Il divieto di partecipare alle gare  per gli appalti pubblici per le imprese che siano tra loro in condizioni di collegamento, tali da far fondatamente presumere lo svolgimento irregolare della gara per difetto della segretezza e della indipendenza delle offerte, opera indipendentemente dall’accertamento che l’Amministrazione abbia condotto sul punto: e se il giudice è investito dell’impugnazione di una aggiudicazione, con la quale viene dedotta la  violazione del detto divieto, non può esimersi dal conoscere della doglianza e del conseguente vizio che rende invalido il provvedimento impugnato


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L’accettazione da parte della stazione appaltante di un’apparecchiatura non conforme alle prescrizioni del capitolato speciale di appalto. comporta un’alterazione della par condicio tra i concorrenti alla selezione?

Consiglio di Stato,  sentenza n. 5156 del 4 ottobre 2007  - La risposta è affermativa in quanto dinanzi a inequivoche e inoppugnate previsioni di gara, la stazione appaltante non può essere onerata  di un attività istruttoria relativa alla rispondenza del macchinario a quanto prescritto dagli atti inditevi: dinanzi ad un offerta che esplicitamente allega un macchinario che non fornisce un’assoluta capacità tecnica minima, l’offerta deve essere esclusa senza che residuino spazi per ulteriore approfondimenti da parte della PA.


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In quale fase della procedura rispetto al procedimento di “aggiudicazione, affidamento ed esecuzione di opere pubbliche o di pubblica utilità”, si può collocare di scelta del promotore di cui all’articolo art. 37 bis L. 109/1994?

Consiglio di Stato,  sentenza n. 5130 del 4 ottobre 2007 - La procedura indetta da una pubblica amministrazione per la scelta del promotore finanziario, ancorché attinente ad una fase prodromica ed esterna  alla indizione della procedura “di aggiudicazione, affidamento ed esecuzione di opere pubbliche o di pubblica utilità” cui propriamente sembra riferirsi la formula della norma di cui è stata fatta applicazione (art. 23 bis, lett. b, L. n. 1034 del 1971), vi si riconnette, in quanto volta ad acquisire proposte a contenuto progettuale-finanziario, finalizzate alla aggiudicazione, all’affidamento ed alla esecuzione delle opere ivi indicate.


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Qualora un’impresa  <individuata come aggiudicataria>, venga successivamente esclusa e sottoposta la questione al giudice amministrativo, una tale esclusione venga considerata illegittima; a quanto ammonta il risarcimento del danno da riconoscere in quanto < il provvedimento di esclusione equivale all’annullamento dell’aggiudicazione>? può esistere una sorta di <alea di non affidamento> del contratto?

Consiglio di Stato,  sentenza n. 5145 del 4 ottobre 2007 - Anche volendo isolare dal restante contesto l’espressione utilizzata :“già individuata come aggiudicataria”, è assolutamente chiaro che essa indichi, semplicemente, la conclusione del processo valutativo compiuto dal seggio di gara, che consiste, appunto, nella indicazione del soggetto che assumerà formalmente la posizione di aggiudicatario, sia pure all’esito di ulteriori controlli : questa circostanza di fatto diventa determinante per individuare la misura del risarcimento del danno, in relazione alla componente del mancato guadagno; questo è stabilito attraverso il consueto parametro del profitto medio ricavabile dall’appalto (il 10% del valore del contratto), considerando che la “chance” di stipulazione del contratto era arrivata, sostanzialmente, al suo massimo grado: . al  punto che questa situazione deve essere considerata equivalente a quella dell’annullamento (illegittimo) di una aggiudicazione definitiva.

Giurisprudenza collegata:

Consiglio di Stato,  sentenza n. 2472 del 3 maggio 2006 - Riconosciuta la responsabilità di una Stazione appaltante per mancata aggiudicazione di un appalto : : il Consiglio di Stato condanna l’amministrazione al pagamento di euro € 810.066,18 comprensivi delle spese affrontate per la partecipazione alla gara (polizza fideiussoria e spedizione del plico) e del  mancato guadagno (dell’10% dell’offerta economica) mentre nulla è dovuto per il mancato rinnovo del certificato Soa in quanto non impedisce alla ricorrente di partecipare in associazione temporanea con altre imprese. Il seguito della vicenda  sarà davanti alla Corte dei Conti.


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Quali sono gli elementi che debbono concorre per un legittimo affidamento in house?

Tar Puglia, Lecce, sentenza n. 3436 del 4 ottobre 2007 - La Corte di Giustizia ha affermato che i requisiti dell’in house providing, costituendo un’eccezione alle regole generali del diritto comunitario, devono essere interpretati restrittivamente (Corte di Giustizia, 6 aprile 2006, C-410/04): ciò significa che l’in house providing non costituisce un principio generale, prevalente sulla normativa interna, ma è un principio derogatorio di carattere eccezionale che consente, e non obblighi, i legislatori nazionali a prevedere tale forma di affidamento; affinché possa esperirsi legittimamente un affidamento diretto occorre che vi sia una specifica previsione normativa derogatoria al principio di concorsualità e concorrenza, e che ricorrano tassativamente le condizioni dalla stessa previste.


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Che cosa  succede se, dopo aver proposto ricorso davanti al Tar, una Società si estingue?

Consiglio di Stato,  sentenza n. 5198 del 4 ottobre 2007  - L’estinzione di un’Associazione o di una società, dopo che abbia proposto la relativa impugnativa al giudice amministrativo, non comporta l’improcedibilità del ricorso ma eventualmente solo l’interruzione del giudizio alla stregua di quanto statuito dall’art. 300 c.p.c: detta disposizione prevede nelle diverse ipotesi della morte o perdita della capacità (e nelle altre ad esse assimilabili come  nel caso di estinzione di una società o associazione) di una delle parti verificatesi dopo che quest'ultima si sia costituita (art. 300, primo e secondo comma, c.p.c.), solo l'interruzione del giudizio e tale interruzione  non è automatica ma interviene soltanto se il procuratore della parte abbia dichiarato in udienza l'evento interruttivo o lo abbia notificato alle altre parti.