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Richiesta di
attribuzione di una nuova destinazione urbanistica ad un fondo di proprietà:
in quali casi un ricorso deve essere considerato inammissibile per carenza
di interesse?
Consiglio di Stato, sentenza n. 5355 dell’ 11 ottobre
2007 - E’ noto che la dichiarazione di inammissibilità per sopravvenuta
carenza d’interesse di un ricorso consegue unicamente ad una radicale
modificazione della situazione di fatto e di diritto esistente al momento
della domanda, tale da rendere certa e definitiva l’inutilità della
sentenza (anche sotto un profilo meramente strumentale e morale): posto
che i Comuni sono obbligati a dotarsi di uno strumento urbanistico
generale che copra l’intero territorio, la situazione che si crea in
conseguenza della decadenza di taluni vincoli del piano regolatore ai
sensi dell’art.2, comma 1, della L. n, 1187/68 è per sua natura
provvisoria, essendo destinata a durare fino all’obbligatoria
integrazione del piano stesso, divenuto parzialmente inoperante; pertanto,
l’inerzia del Comune a fronte del procedimento di silenzio rifiuto
attivato dal privato rende senz’altro sussistente l’interesse alla
pronuncia, visto che nessun provvedimento espresso, satisfattivo
dell’interesse della ricorrente, era stato adottato
dall’amministrazione, non essendo sufficiente allo scopo il semplice
avvio del procedimento di revisione del P.R.G.
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Rinnovata
destinazione a verde pubblico di un area privata: in quali termini
le scelte urbanistiche di carattere generale possono essere sottoposte al
parere del giudice amministrativo?
Consiglio di Stato, sentenza n. 5357 delL’ 11 ottobre
2007 - L’ unico limite nell’esercizio della delicata funzione di
pianificazione urbanistica, è quello intrinseco della non
arbitrarietà, non irragionevolezza e non irrazionalità: non vi è dubbio
che le scelte urbanistiche di carattere generale costituiscano
apprezzamenti di merito e che, pertanto, sono sottratte al sindacato di
legittimità, salvo che non siano inficiate da errori di fatto, da
illogicità ovvero irragionevolezza; allorquando l’Amministrazione
reinterviene in materia di pianificazione territoriale, deve verificare la
persistente compatibilità delle destinazioni già impresse ad aree
situate nelle aree più diverse del territorio comunale rispetto ai
principi informatori della vigente disciplina di piano regolatore e alle
nuove esigenze di pubblico interesse
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Criterio di
aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa: quali sono
i parametri, oggettivi e soggettivi, da verificare? Per le offerte
anomale, quali sono le giustificazioni a sostengo di un prezzo basso? Si
può accettare la dichiarazione che il prezzo (basso) sarebbe da
inquadrare “nell’ambito di una strategia aziendale di espansione”
per l’aumento delle commesse che sarebbe presumibilmente conseguito a
seguito dell’aggiudicazione della gara?
Consiglio di Stato, sentenza n. 5282 del 9 ottobre
2007 - L’aggiudicazione di una gara di appalto, con il sistema della
offerta economicamente più vantaggiosa, , non deve essere effettuata a
favore di un concorrente solo in considerazione delle sue potenzialità di
ordine tecnico ed economico-finanziario, del fatturato pregresso o dalla
qualificazione conseguita (quale nella specie la certificazione UNI EN ISO
9001 – 2000) ma deve essere operata a favore del concorrente
che abbia presentato, in relazione all’oggetto specifico della gara,
l’offerta più conveniente, e nello stesso tempo seria ed affidabile,
per l’amministrazione.
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Possono i giudici
amministrativi emettere un giudizio sul denunciato collegamento
sostanziale senza che la stessa situazione sia stata valutata
dall’Amministrazione? Quali sono le situazione che l’art. 10
comma 1 bis della Legge Merloni ha voluto impedire, a tutela della libertà
della competizione concorrenziale, nel quadro dei principi del diritto
comunitario, e della stessa libertà di iniziativa economica di cui
all’art. 41 cost?
Consiglio di Stato, sentenza n. 5289 del 9 ottobre
2007 - Il divieto di partecipare alle gare per gli appalti pubblici
per le imprese che siano tra loro in condizioni di collegamento, tali da
far fondatamente presumere lo svolgimento irregolare della gara per
difetto della segretezza e della indipendenza delle offerte, opera
indipendentemente dall’accertamento che l’Amministrazione abbia
condotto sul punto: e se il giudice è investito dell’impugnazione di
una aggiudicazione, con la quale viene dedotta la violazione del
detto divieto, non può esimersi dal conoscere della doglianza e del
conseguente vizio che rende invalido il provvedimento impugnato
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L’accettazione
da parte della stazione appaltante di un’apparecchiatura non conforme
alle prescrizioni del capitolato speciale di appalto. comporta
un’alterazione della par condicio tra i concorrenti alla selezione?
Consiglio di Stato, sentenza n. 5156 del 4 ottobre 2007
- La risposta è affermativa in quanto dinanzi a inequivoche e
inoppugnate previsioni di gara, la stazione appaltante non può essere
onerata di un attività istruttoria relativa alla rispondenza del
macchinario a quanto prescritto dagli atti inditevi: dinanzi ad un offerta
che esplicitamente allega un macchinario che non fornisce un’assoluta
capacità tecnica minima, l’offerta deve essere esclusa senza che
residuino spazi per ulteriore approfondimenti da parte della PA.
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In quale fase
della procedura rispetto al procedimento di “aggiudicazione, affidamento
ed esecuzione di opere pubbliche o di pubblica utilità”, si può
collocare di scelta del promotore di cui all’articolo art. 37 bis L.
109/1994?
Consiglio di Stato, sentenza n. 5130 del 4 ottobre 2007 -
La procedura indetta da una pubblica amministrazione per la scelta
del promotore finanziario, ancorché attinente ad una fase prodromica ed
esterna alla indizione della procedura “di aggiudicazione,
affidamento ed esecuzione di opere pubbliche o di pubblica utilità” cui
propriamente sembra riferirsi la formula della norma di cui è stata fatta
applicazione (art. 23 bis, lett. b, L. n. 1034 del 1971), vi si
riconnette, in quanto volta ad acquisire proposte a contenuto
progettuale-finanziario, finalizzate alla aggiudicazione,
all’affidamento ed alla esecuzione delle opere ivi indicate.
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Qualora
un’impresa <individuata come aggiudicataria>, venga
successivamente esclusa e sottoposta la questione al giudice
amministrativo, una tale esclusione venga considerata illegittima; a
quanto ammonta il risarcimento del danno da riconoscere in quanto < il
provvedimento di esclusione equivale all’annullamento dell’aggiudicazione>?
può esistere una sorta di <alea di non affidamento> del contratto?
Consiglio di Stato, sentenza n. 5145 del 4 ottobre 2007 -
Anche volendo isolare dal restante contesto l’espressione
utilizzata :“già individuata come aggiudicataria”, è assolutamente
chiaro che essa indichi, semplicemente, la conclusione del processo
valutativo compiuto dal seggio di gara, che consiste, appunto, nella
indicazione del soggetto che assumerà formalmente la posizione di
aggiudicatario, sia pure all’esito di ulteriori controlli : questa
circostanza di fatto diventa determinante per individuare la misura del
risarcimento del danno, in relazione alla componente del mancato guadagno;
questo è stabilito attraverso il consueto parametro del profitto medio
ricavabile dall’appalto (il 10% del valore del contratto), considerando
che la “chance” di stipulazione del contratto era arrivata,
sostanzialmente, al suo massimo grado: . al punto che questa
situazione deve essere considerata equivalente a quella
dell’annullamento (illegittimo) di una aggiudicazione definitiva.
Giurisprudenza collegata:
Consiglio di Stato, sentenza n. 2472 del 3 maggio 2006
- Riconosciuta la responsabilità di una Stazione appaltante per mancata
aggiudicazione di un appalto : : il Consiglio di Stato condanna
l’amministrazione al pagamento di euro € 810.066,18 comprensivi delle
spese affrontate per la partecipazione alla gara (polizza fideiussoria e
spedizione del plico) e del mancato guadagno (dell’10%
dell’offerta economica) mentre nulla è dovuto per il mancato rinnovo
del certificato Soa in quanto non impedisce alla ricorrente di partecipare
in associazione temporanea con altre imprese. Il seguito della vicenda
sarà davanti alla Corte dei Conti.
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Quali sono gli
elementi che debbono concorre per un legittimo affidamento in house?
Tar Puglia, Lecce, sentenza
n. 3436 del 4 ottobre 2007 - La Corte di Giustizia ha affermato che i
requisiti dell’in house providing, costituendo un’eccezione alle
regole generali del diritto comunitario, devono essere interpretati
restrittivamente (Corte di Giustizia, 6 aprile 2006, C-410/04): ciò
significa che l’in house providing non costituisce un principio
generale, prevalente sulla normativa interna, ma è un principio
derogatorio di carattere eccezionale che consente, e non obblighi, i
legislatori nazionali a prevedere tale forma di affidamento; affinché
possa esperirsi legittimamente un affidamento diretto occorre che vi sia
una specifica previsione normativa derogatoria al principio di
concorsualità e concorrenza, e che ricorrano tassativamente le condizioni
dalla stessa previste.
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Che cosa
succede se, dopo aver proposto ricorso davanti al Tar, una Società si
estingue?
Consiglio di Stato, sentenza n. 5198 del 4 ottobre 2007
- L’estinzione di un’Associazione o di una società, dopo che
abbia proposto la relativa impugnativa al giudice amministrativo, non
comporta l’improcedibilità del ricorso ma eventualmente solo
l’interruzione del giudizio alla stregua di quanto statuito dall’art.
300 c.p.c: detta disposizione prevede nelle diverse ipotesi della morte o
perdita della capacità (e nelle altre ad esse assimilabili come nel
caso di estinzione di una società o associazione) di una delle parti
verificatesi dopo che quest'ultima si sia costituita (art. 300, primo e
secondo comma, c.p.c.), solo l'interruzione del giudizio e tale
interruzione non è automatica ma interviene soltanto se il
procuratore della parte abbia dichiarato in udienza l'evento interruttivo
o lo abbia notificato alle altre parti.
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