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Gara da
aggiudicarsi col metodo previsto dall’articolo 23, comma 1, alinea
“a” del decreto legislativo 17 marzo 1995 n. 157 «e in favore del
prezzo più basso»: tra gli elementi da valutare vi può essere l’entità
di un contributo da riconoscere all’Amministrazione?
Consiglio di Stato, sentenza
n. 5762 del 7 novembre 2007
- E’ assolutamente illegittima una lettera d’invito nella
quale un’Amministrazione, dopo avere in premessa precisato che
nell’offerta il concorrente avrebbe dovuto indicare l’entità del
contributo annuo anticipato che esso intendeva erogare in favore
dell’Azienda per acquisti di attrezzature o per altre finalità,
indicata che l’aggiudicazione sarebbe stata fatta a favore di chi avesse
presentato l’offerta economicamente più vantaggiosa per
l’Amministrazione, e che le prestazioni sarebbero state pagate
applicando le vigenti tariffe stabilite dalla prefettura: in conclusione,
secondo la normativa risultante dalla lettera d’invito e dal capitolato
speciale, il corrispettivo era compreso tra il massimo e il minimo fissati
dalle tariffe della prefettura, ma l’appalto sarebbe stato aggiudicato a
chi avesse offerto il maggior contributo all’Azienda.
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Qual è la
differenza fra una <procedura negoziata> e una <trattativa
privata>? Un’amministrazione
che abbia dichiarato di aver bisogno di un qualsivoglia oggetto, può,
dopo che le siano pervenute offerte, addivenire a trattativa privata con
la motivazione che determinate caratteristiche di uno degli oggetti
offertile, che lo rendono unico e ne rendono unico il fornitore, sono le
più adatte alle sue esigenze?.
Consiglio di Stato, sentenza
n. 5766 del 7 novembre 2007-
Nella «procedura negoziata l’amministrazione aggiudicatrice
consulta le imprese di propria scelta e negozia con una o più di esse i
termini del contratto». A tale procedura è consentito far ricorso quando
una precedente gara, per pubblico incanto, licitazione privata o appalto
concorso, ha avuto esito negativo, e in tal caso l’amministrazione emana
un apposito bando per il prosieguo a trattativa privata, oppure ammette
alla comparazione le imprese già ammesse alla precedente procedura ; tale
procedimento è dunque pur sempre una procedura concorsuale, preceduta, in
ogni caso, da un bando di gara; la “trattativa privata” invece è la
contrattazione diretta, senza gara, tra una pubblica amministrazione e un
privato; tra i casi in cui è consentita la trattativa privata senza
bando, è previsto che le «forniture la cui fabbricazione o consegna può
essere affidata, a causa delle particolarità tecniche, artistiche o per
ragioni inerenti alla protezione dei diritti di esclusiva, unicamente a un
fornitore determinato»: naturalmente, l’unicità del fornitore deve
essere certa prima di addivenire a trattativa privata, e la “indagine di
mercato” può avere il solo scopo di acquisire la certezza di tale
unicità o di escluderla..
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Può una
stazione appaltante imporre in un bando una certa capacità tecnica
mediante il riferimento ad un centro urbano di una determinata
consistenza, dovendo aversi riguardo alle problematiche specifiche dello
svolgimento del servizio in presenza di una determinata concentrazione
urbana, in quanto diverse da quella proprie di piccoli aggregati?.
Consiglio di Stato, sentenza
n. 5774 del 7 novembre 2007
- E’ legittima una clausola di un bando che prescrive il possesso di
un requisito di carattere tecnico legato allo svolgimento del
servizio in un centro urbano di non meno di 10.000 residenti, e la
prescrizione costituisce esercizio della discrezionalità propria della
stazione appaltante di selezionare l’area dei concorrenti mediante la
richiesta di determinati requisiti di capacità tecnica, diversi,
ulteriori e più restrittivi di quelli legali, salvo il limite della
logicità e ragionevolezza dei requisiti richiesti e della loro pertinenza
e congruità a fronte dello scopo perseguito
Giurisprudenza
correlata
Consiglio di Stato, sentenza
n. 5377 del 15 settembre 2006
- Il rispetto del principio della concorrenza e della massima
partecipazione alle gare pubbliche deve necessariamente coordinarsi con la
tutela delle specifiche esigenze della stazione appaltante: L’interesse
pubblico sotteso al rispetto del principio della concorrenza e della
massima partecipazione alle gare pubbliche, funzionale alla migliore
selezione dell’aggiudicatario, deve necessariamente coordinarsi con la
tutela delle specifiche esigenze della stazione appaltante, anche di
quelle connesse alle modalità di svolgimento dei controlli e delle
risorse finanziarie a disposizione e alla necessità di ottimizzare le
risorse personali a disposizione: è quindi legittima una clausola
territoriale che limita la partecipazione alla gara a ditte con sede
operativa centrale o distaccata ubicata in alcune regioni.
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Come bisogna
interpretare la norma di cui all’articolo 38 comma 1 lettera c) del d.
lgs. 12 aprile 2006, n. 163 smi laddove viene prevista l'esclusione
dalle gare per l’aggiudicazione degli appalti pubblici delle imprese nei
confronti dei cui titolari o direttori tecnici siano state emesse condanne
penali per reati gravi “in danno dello Stato o della Comunità”?
Tar Lombardia, Milano, sentenza
n. 6162 del 24 ottobre 2007 - Il legislatore ha inteso, con tale
espressione, allargare l'area dei reati che possono essere presi in esame
ai fini dell'esclusione dalle gare per pubblici appalti, consentendo alle
stazioni appaltanti di valutare non solo quelli compiuti nello Stato
italiano, ma anche quelli commessi sul territorio di tutta la Comunità
Europea.
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Com’è
regolato il riparto di giurisdizione in materia di sovvenzioni, contributi
pubblici ed aiuti comunitari? e’ corretto affermare che esiste la
giurisdizione del giudice civile tutte le volte in cui una questione
inerisce ad un rapporto obbligatorio tra impresa e amministrazione, nella
quale essa non esercita poteri discrezionali di tipo autoritativo,
ma si limita a porre in essere attività vincolate.?
Tar Campania, Napoli, sentenza
n. 10693 del 7 novembre 2007 - In base ai criteri di riparto di giurisdizione
in materia, elaborati dalle sezioni unite della Cassazione, nella fase
successiva alla attribuzione del contributo, il beneficiario risulta
essere titolare di un diritto soggettivo: qualora la controversia sorga in
relazione alla fase di erogazione del contributo o di ritiro della
sovvenzione sulla scorta di un preteso inadempimento del destinatario la
giurisdizione spetta al giudice ordinario, anche se si faccia questione di
atti denominati: revoca, decadenza, risoluzione, ecc. purché essi si
fondino sull’asserito inadempimento da parte del concessionario alle
obbligazioni assunte a fronte della concessione del contributo, mentre il
privato vanta invece una situazione soggettiva di interesse legittimo se
la controversia riguardi una fase procedimentale precedente al
provvedimento attributivo del beneficio o se il provvedimento sia stato
annullato o revocato per vizi di legittimità o per contrasto iniziale con
il pubblico interesse pubblico
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L’attività
estrattiva di sabbia comporta una trasformazione urbanistica e come
tale per il suo esercizio è necessario il rilascio da parte del Comune
di una concessione edilizia?
Tar Campania, Napoli, sentenza
n. 10696 del 7 novembre 2007 - L'art. 1 l. 28 gennaio 1977 n. 10,
laddove richiede il rilascio della concessione per qualsiasi
trasformazione edilizia o urbanistica del territorio comunale, non si
riferisce anche alle attività estrattive o di sfruttamento di cave , per
cui tali attività non sono soggette ad autorizzazione o concessione da
parte del Comune: essa è invece necessaria per le strutture edilizie
(manufatti, impianti ecc.) che siano funzionali all’attività di cava.:
il fatto che non occorra anche il titolo autorizzatorio comunale sotto il
profilo urbanistico ed edilizio non significa che l’attività estrattiva
possa essere svolta anche in contrasto con la disciplina urbanistica, ma
semplicemente che la valutazione di tale conformità non spetti al comune
tramite il rilascio del titolo edilizio, ma debba entrare a far parte del
procedimento regionale di autorizzazione all’esercizio di cava,
nell’ambito del quale, anche tramite l’intervento in funzione
consultiva del comune interessato, deve valutarsi la compatibilità
urbanistica dell’interevento
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E’ legittimo
un ’intervento annullatorio d’ufficio ad oltre tre mesi
dall’aggiudicazione ed in costanza di svolgimento del servizio oggetto
del contratto stipulato? E’ possibile effettuare la verifica
dall’anomalia dell’offerta dopo l’aggiudicazione definitiva? E’
sempre necessario un contraddittorio con l’impresa interessata?
Tar Toscana, Firenze, sentenza
n. 3571 del 5 novembre 2007 - La giurisprudenza amministrativa si è
preoccupata, in mancanza di una disciplina legislativa specifica
dell'esercizio dell'autotutela, di definire i limiti, i presupposti e le
condizioni di legittimità dell'annullamento d'ufficio, chiarendo, in
estrema sintesi, che quest'ultimo non può fondarsi sulla mera esigenza di
ripristino della legalità, ma deve dare conto, nella motivazione, della
sussistenza di un interesse pubblico concreto ed attuale alla rimozione
dell'atto, che l'esercizio dello jus poenitendi da parte
dell'Amministrazione incontra un limite (insuperabile) nell'esigenza di
salvaguardare le situazioni di soggetti privati che, confidando nella
legittimità dell'atto rimosso, hanno acquisito il consolidamento di
posizioni di vantaggio loro attribuite da questo e che il decorso di
un lasso temporale di diversi anni dall'adozione dell'atto rimosso, senza
che l'Amministrazione abbia apprezzato l'esistenza di un interesse
pubblico attuale alla sua eliminazione, determina l'illegittimità
dell'annullamento d'ufficio: tali principi, univocamente affermati dai
giudici amministrativi, sono stati tradotti e declinati in diritto
positivo dalla legge 11 febbraio 2005 n. 11, là dove, in particolare,
introducendo l'art. 21-nonies nella legge 7 agosto 1990 n. 241, ha
disciplinato l'annullamento d'ufficio di atti illegittimi, stabilendo,
quali condizioni di legalità dell'esercizio del relativo potere, proprio
la necessità che l'atto di autotutela sia sorretto dal rilievo della
sussistenza di ragioni di interesse pubblico alla rimozione del
provvedimento viziato, che venga adottato entro un termine ragionevole e
che tenga conto degli interessi dei soggetti privati coinvolti
(destinatari ed eventuali controinteressati).
Giurisprudenza
correlata
Consiglio di Stato, sentenza
n. 7102 del 4 dicembre 2006
- L’annullamento di una gara pubblica, specie se in stato avanzato
di espletamento o addirittura culminata in una pur provvisoria
aggiudicazione, implica la frustrazione dell’affidamento ingenerato in
capo ai partecipanti e, segnatamente, all’aggiudicatario.
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Qual è il
giudice competente nel caso di esercizio del diritto di prelazione ai fini
dell’acquisto in mano pubblica d i un unità immobiliare ai sensi
degli artt. 31, 32, e 33 della legge n. 1089/1939?
Consiglio di Stato, sentenza
n. 5656 del 2 novembre 2007
- L’istituto della prelazione su cose di interesse storico,
artistico ed archeologico di proprietà privata differisce nettamente
dall’ omonimo istituto civilistico che trova, ad esempio, applicazione
in favore dei coeredi ai sensi dell’art. 732 cod. civ. nel caso di
alienazione ad estranei di quote dell’asse ereditario, ovvero in favore
dell’ affittuario coltivatore diretto del fondo posto a confine con
quello oggetto di vendita o del conduttore di immobile adibito ad uso
diverso da quello abitativo : si versa, invece, a fronte dell’esercizio
di una potestà di natura autoritativa con effetti di carattere ablatorio
per la tutela e la valorizzazione dei beni appartenenti alle categorie
identificate dalla legge n. 1089/1939; nel fluire del tempo, l’ Autorità
preposta alla tutela del patrimonio storico, artistico ed archeologico può
sempre valutare “ex novo” e graduare le esigenze di tutela del
predetto patrimonio e non è tenuta a giustificare le ragioni sulla scelta
del momento ritenuto opportuno per l’esercizio delle potestà di cui è
attributaria
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A quale
giudice devono rivolgersi gli Amministratori comunali in caso di diniego
da parte del Segretario comunale al rimborso di alcune spese legali (il
rimborso delle spese legali era riferito al processo penale nel quale i
consiglieri comunali avevano dovuto difendersi dalla denuncia querela di
calunnia per aver essi in precedenza denunciato il Sindaco per violazione
dell’art. 322 c.p)?
Consiglio di Stato, sentenza
n. 5786 del 7 novembre 2007
- Il Consiglio di Stato, pur nutrendo delle perplessità in ordine
alla qualificazione come interesse legittimo, e non come diritto
soggettivo, della posizione del funzionario onorario in ordine al rimborso
delle spese legali sostenute per la ritenuta mancanza di una specifica
disposizione legislativa, rileva che nella specie detta problematica è
stata comunque risolta dall’Amministrazione comunale, la quale ha
ritenuto applicabile agli amministratori locali la stessa normativa dei
dipendenti comunali: per cui la posizione fatta valere nel caso in esame
dagli amministratori del comune è comunque di diritto soggettivo e perciò,
trattandosi funzionari onorari, la giurisdizione non può che essere del
giudice ordinario
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Le ordinanze
comunali riguardanti limitazioni di velocità, peso e orario al
passaggio di mezzi pesanti in determinate strade devono seguire le regole
di comunicazione di avvio del procedimento come da Legge 241/90 smi?
Consiglio di Stato, sentenza
n. 5787 del 7 novembre 2007 - I destinatari diretti di una misura
limitativa del traffico in ambito comunale sono tutti coloro che possono
far uso della viabilità e tali misure si configurano come atti
amministrativi generali per i quali la L. n. 241/90, pone eccezione alle
regole di comunicazione di avvio del procedimento : Nè la posizione di
chi ha una particolare localizzazione degli impianti o un contratto avente
ad oggetto speciali rapporti convenzionali con l’amministrazione possono
considerarsi fatti idonei a trasformare il titolare di tali situazioni in
specifico destinatario dell’ordinanza di regolazione del traffico, e
quindi, della procedura di avvio del procedimento.
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Qual è
l'attuale dimensione concettuale del “rapporto di servizio” e da quali
fonti esso può derivare? Come
si deve individuare il dies a quo del termine prescrizionale in caso di
danno all’immagine? Può
influire il comportamento colposo del danneggiato?
Come si può quantificare il danno da immagine avvicinandosi il più
possibile alla “spesa necessaria al ripristino del bene giuridico
leso”?
Corte dei Conti, Sezione giurisdizionale per
l’Umbria, sentenza n. 228 del 4
ottobre 2007 - Quando si
discute del riparto della giurisdizione tra Corte dei conti e giudice
ordinario, per rapporto di servizio si deve intendere una relazione con la
pubblica amministrazione caratterizzata per il tratto di investire un
soggetto, altrimenti estraneo all'Amministrazione, del compito di porre in
essere in sua vece (in vece, cioè, dell'Amministrazione medesima)
un'attività, senza che rilevi né la natura giuridica dell'atto di
investitura - provvedimento, convenzione o contratto-, né quella del
soggetto che la riceve, altra persona giuridica o fisica, pubblica o
privata”.
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