Le posizioni dei massimi rappresentanti sindacali in seno alla categoria sono ormai note e condivisibili o meno, costituiscono espressione della maggioranza dei segretari comunali e provinciali.

     Carmelo CARLINO, Presidente d’Onore dell’UNSCP, dopo il risultato elettorale, come un pater familias, che chiede riverenza, invita i segretari comunali  a “…riprendere con più determinazione la battaglia sindacale per raggiungere almeno tre obiettivi: a) una soddisfacente definizione del nuovo contratto collettivo per affermare, con i fatti e non solo con le parole, il rilancio e la piena valorizzazione del segretario comunale e provinciale; b) l’approvazione dell’emendamento presentato al disegno di legge sul codice delle autonomie,, affinché si giunga presto all’affermazione della presenza in ogni ente di "... una funzione apicale che garantisca la distinzione e il raccordo tra gli organi politici e l'amministrazione nonché il coordinamento unitario dell'azione amministrativa per assicurare il buon andamento e l’imparzialità dell'amministrazione, in attuazione dell'articolo 97 della Costituzione". c) il rafforzamento del ruolo politico dell’Agenzia, in modo che finalmente sappia impegnare tutte le proprie energie e le proprie risorse per una piena tutela dei segretari, trasformandosi in quella “casa dei segretari” in cui avevamo sperato fin dall’inizio.”

    Gli obiettivi di Carlino sono chiari ed inequivocabili, ma nello stesso tempo contradditori e discutibili. L’obiettivo a) punta su una “soddisfacente” definizione del nuovo contratto collettivo; la categoria se intende perseguire il rilancio e la piena valorizzazione non deve puntare ad un contratto qualunque, ma dar vita ad una stagione di riforme che vede assegnare alla contrattazione collettiva quel ruolo essenziale, tra le fonti del diritto, regolatrice dei rapporti di lavoro e superare la tendenza che vuole ancora la legge l’unica fonte in materia. Sull’obiettivo b) ci siamo espressi più volte su queste colonne ed ognuno ha espresso i suoi giudizi, pur consapevoli che il ruolo del segretario comunale debba mutare e riacquisire anche funzioni di garanzia, non si comprende quale sia il ruolo del sindacato che incondizionatamente accetti una proposta proveniente dalla parte costituente il “datore di lavoro” senza esprimere giudizi e senza porsi interrogativi, come taluni di noi hanno fatto, con ciò si pone al servizio del potere politico. Tale funzione servile si consolida con l’obiettivo c) allorquando riconosce all’Agenzia un ruolo politico, ma la stessa è rappresentata anche dal sindacato, che è un movimento di lavoratori e non è una forza politica, ponendosi in modo autonomo sia dai partiti che dalla componente “datoriale”; l’Agenzia ha una personalità giuridica autonoma e sganciata dalle forze politiche le quali da sole, senza le forze sociali, non possono governare tutti gli eventi ed i cambiamenti della società; ma mi chiedo come farà Carlino a costruire la “casa dei segretari” su un terreno di cui non dispone l’intera proprietà?

    Chiaramente su un piano diverso e più vicino alle rivendicazioni dei lavoratori si pone la lista unitaria che viene considerato “…il frutto di una volontà comune di unire le forze per assicurare, sia a livello Nazionale, sia a livello locale, ed in modo coordinato, una permanente salvaguardia lavorativa e tutela professionale a tutti i segretari comunali…”. Ma diversamente dall’UNSCP, che non aveva alcuna necessità, la lista unitaria ha dovuto segnalare, con asprezza e durezza la lista presentata dalla Diccap, che come una libellula è ormai volata via. Comunque la lista unitaria ha imparato la lezione dalla “task-force” dell’UNSCP, nell’impegnarsi ad ampliare e strutturare l’appartenenza dei segretari comunali e provinciali al sindacalismo confederale, radicandosi sempre di più nel territorio e portando avanti azioni di lotta per rivendicare il diritto dei segretari al rinnovo del contratto dopo più di sei anni.

      Un comunicato congiunto riferisce quanto è scaturito dall’incontro del 3 maggio 2007 tra la ministra Linda Lanzilotta e le organizzazioni sindacali, per una ricognizione delle problematiche che agitano la categoria e per un’efficace sistema di governance della stessa categoria a partire dalla discussione sulla riforma dell’attuale assetto normativo. Le stesse OO.SS. hanno posto come prioritario l’allineamento del trattamento stipendiale tabellare a quello della dirigenza locale, esigenza negoziale incomprimibile per ragioni di dignità professionale, prima ancora che per ragioni di ordine economico. Non sono comunque mancati gli inviti ad intervenire al più presto minacciando azioni di lotta a tutela della dignità dei segretari comunali. Alla riunione hanno partecipato la  F.P. CGIL F.P., la CISL – LASEC, la UIL FPL-Ansal e l’U.N.S.C.P., mancava la DICCAP (sarà una assenza forzosa o nasconde qualcos’altro?).