IL TEMPO DELLE SCELTE

 

Dal 22 a 25 giugno p.v., in occasione delle giornate del segretario comunale, all’interno di EuroP.A., evento organizzato da Maggioli S.p.A., i segretari comunali avranno occasione di incontrarsi e confrontarsi sulle molteplici problematiche che attualmente animano le loro riflessioni, i loro pensieri.

Ritengo sia importante realizzare, in questo contesto temporale, un momento di incontro e di analisi sulle prospettive della categoria, sul futuro di un ruolo che, in maniera indubitabile, è stato storicamente protagonista della vita dell’Ente locale nei decenni trascorsi, e che oggi si chiede quale debba essere il proprio copione nell’Ente locale del ventunesimo secolo, in un quadro generale che traspira volontà di federalismo, e che in quanto tale, richiede concrete realizzazioni di quel principio di sussidiarietà di cui si parla, e nel cui alveo si agisce, oramai da tempo.

Personalmente, lascio a colleghi più esperti la trattazione di argomenti di carattere ordinamentale, non disdegnando, come tutti dovremmo in questo momento, di apporre un personale contributo in termini di costruttività, ma rimandando quest’ultimo all’ascolto e alla riflessione di un maggior numero di opinioni possibile.

In ciò voglio fare propria una splendida tradizione procedurale, la cui paternità contraddistingueva i consigli delle tribù pellerossa: al loro interno, in occasione di discussioni tese ad assumere qualsiasi decisione, ci si ascoltava tutti, in religioso silenzio, ma la parola dei membri più anziani e saggi aveva sempre una valenza ulteriore, ed in quanto degna di un ascolto più attento, chiudeva in genere il dibattito prima della decisione finale!

Per l’appunto, mi riservo di affrontare, con tutta la cautela necessaria ad un giovane, tali argomenti una volta ascoltati i nostri “ maiores”, e preso spunto da essi, traendo magari anche degli insegnamenti.

Premesso questo, sento il dovere, come segretario comunale, ed a maggior ragione come rappresentante sindacale (Unione Regionale Lombardia e Direttivo Nazionale Sezione Giovanile), pur esprimendomi in questa sede a titolo personale, di chiedere l’attenzione dei nostri vertici nazionali, oltre che dell’intera mia categoria, su alcune questioni che ritengo non possano essere dimenticate o trascurate dall’Unione, in un contesto che, ribadisco, richiede riflessioni ed azioni forti e tempestive.

Esprimo in questa sede perplessità e preoccupazione, e li esprimo fortemente come giovane segretario, anche perché qualsiasi sia l’ambito di cambiamento di cui si discute, ebbene tali novità interessano maggiormente, giocoforza, chi ha davanti decenni di carriera (almeno si spera!).

Tali sentimenti trovano corrispondenza in un contesto (ci si riferisce al dibattito interistituzionale sullo status e la figura del segretario comunale) che appare, a modesto avviso dello scrivente, confuso nelle posizioni e soprattutto nelle intenzioni dei soggetti che sono attori di interlocuzione con la nostra categoria (ANCI, componenti governative, ecc.): un complesso intreccio di rapporti istituzionali pieno di zone d’ombra, dove le visioni personali si mescolano con le decisioni già definite, non lasciando operare quelle distinzioni necessarie tra le voci, o meglio gli accordi ufficiosi di palazzo e le determinazioni ufficiali frutto di incontri e lavori calendarizzati tra gli attori istituzionali medesimi.

Attualmente non abbiamo notizie certe da mesi! Sappiamo esclusivamente di una bozza di testo unico, su cui si registra una volontà governativa di sollecita definizione (fonti ufficiose, pur se attendibili, di provenienza AGES), che prevede un direttore generale anche sotto la soglia dei 15.000 abitanti e che permette che l’affidamento delle relative funzioni anche ad un dirigente interno all’ente, lasciando invariato il rimanente quadro normativo, a fronte di una piattaforma, ormai storica, dell’Unione, in cui si prospettava l’unificazione delle figure di vertice dell’Ente locale.

Sappiamo di una proposta del nostro vertice di mediare ammorbidendo le spinte ANCI ed UPI di apertura dell’Albo, proposta che a Genova, nell’inverno scorso, non ha visto un’accoglienza “trionfale” da parte della platea, sulla quale forse sarà opportuno ritornare a Rimini, per definirla nel dettaglio e, necessariamente, motivare la bontà delle opzioni indicate quali la migliore soluzione possibile.

Ma non voglio dilungarmi oltre, mi auguro che a Rimini si concretizzi la giusta occasione per entrare nel merito.

Voglio evidenziare altri aspetti della vita della nostra categoria, su cui, oggi, continuiamo ad attenderci novità importanti, e sui quali la silente atmosfera di questi giorni prelude, per chi è portato dalle ultime esperienze ad un prudente pessimismo, a notizie non rosee.

Sono preoccupato, ripeto come giovane segretario, perché ancora allo stato attuale non si registra un’azione forte contro quello sciagurato emendamento della finanziaria 2005 che impedirà ai miei, ai nostri colleghi COA2, di firmare il contratto di assunzione a tempo indeterminato con le Agenzie regionali al termine, ormai imminente, del corso biennale.

Sono preoccupato perché è ormai generalizzata la sensazione che, anziché discutere serenamente e soprattutto lealmente con le organizzazioni sindacali di riferimento, qualcuno ritenga di far passare una riforma della figura del segretario con colpi di mano silenziosi, mascherati da emendamenti di finanziaria, da presentare poi agli interessati come norme oramai definite e vigenti.

La verità è, appunto,  che tali norme, oltre a colpire direttamente alcuni di noi (COA2), minano in realtà la forza, lo spessore di una categoria di professionisti della P.A. quale la nostra, impedendone il fisiologico alimentarsi (non solo nelle dimensioni di disponibilità dell’Albo, ma anche dal punto di vista del ricambio generazionale e del Know how, ovviamente di prima qualità tra i corsisti), alla luce di pressanti richieste, in tal senso, da parte di quelle componenti non minoritarie degli enti locali che ancora stimano e si augurano la presenza di un segretario, moderno manager pubblico.

Sono preoccupato perché attendiamo oramai da due anni l’inizio dei corsi SPES e SEFA, per la maggior parte di noi occasione irripetibile di arricchimento e approfondimento professionale, e soltanto la recente chiarezza del prof. Piraino, direttore SSPAL, che ha assicurato tutti in un recente convengo a Roma sulla tempistica di realizzazione, ci fa ritenere fiduciosi di poter riscontrare la pubblicazione dei bandi comunque entro (e non oltre!) la fine del mese di Giugno. Ma, ad oggi, non possiamo far altro che fidarci di quanto promesso agli interessati nell’intervento sopra citato, a fronte di un interesse forte e di azioni di stimolo che, finora, hanno visto protagonisti, così come per la vicenda COA2, la Sezione Giovanile e la Segreteria UNSCP Lombardia.

Non voglio neanche accennare ad altre questioni (il CCNL tra tutte), per evitare derive demagogiche: personalmente sono il primo, come sindacalista, a chiarire, ai colleghi che me lo chiedono, come determinate problematiche vadano, a mio avviso, affrontate seguendo dei criteri di logicità sistematica, risolvendo prima questioni che possono determinare nel merito, in quanto necessariamente strumentali alle prime, un quadro normativo diverso, in cui andare a definire, in seguito, gli ulteriori aspetti consequenziali ( vd. il nuovo testo unico con il CCNL). Rimane comunque un’urgenza di immane proporzione, essendo probabilmente la nostra, la categoria pubblica con il CCNL scaduto da più tempo!

Ma vorrei tanto, sulle poche questioni che, a chiare lettere ho ricordato prima, avere dal nostro vertice nazionale delle risposte: vorrei che fosse detto ai COA2 cosa stiamo facendo per loro, nella consapevolezza che ciò che oggi si riesce ad ottenere per i giovani, si ottiene per il futuro della categoria intera, quali interventi eventuali possano essere ipotizzabili per creare le condizioni per una modifica normativa di quell’emendamento così deleterio per i segretari comunali. Insomma vorrei che fosse detto ai colleghi COA2, già a Rimini, che il sindacato è con loro non solo nelle espressioni d’intento, ma che l’Unione ha in agenda azioni opportune, dimostrando che si fa tutti insieme quadrato, perché in una squadra che funziona, se uno solo dei componenti viene attaccato, si viene attaccati tutti, ed in questo momento, siamo tutti attaccati!

Mi sia permessa una considerazione a sostegno di queste richieste ed esternazioni che, sottolineo, sviscero in questa sede a titolo personale, e non come rappresentante sindacale in quanto tale: le esigenze sopra manifestate non presentano minimamente dicotomia con le grandi problematiche che attraversano oggi la categoria, anzi ne costituiscono una diretta derivazione, e necessitano, per tale motivo, della stessa attenzione, della medesima cura.

Ed un sindacato attento alle esigenze del presente ed a quelle del futuro, con la stessa intensità, è secondo me, un sindacato che mostra di avere la sostanza per reggere qualsiasi sfida che la storia o gli eventi istituzionali, possano presentargli davanti.

Da giovane segretario, chiedo al vertice dell’Unione, mi auguro ed aggiungo che ci spero fortemente, sapendo però che i miei sentimenti sono fortemente condivisi da una gran parte dei colleghi, che essi possano dare risposte esaurienti alle istanze che provengono non da soggetti esterni alla categoria, ma da coloro che, necessariamente, ne riceveranno l’eredità, ed in questo oneri ed onori.

Aggiungo che dare le giuste risposte sarebbe, secondo il mio modesto parere, un segnale forte, teso a costruire fiducia e a rinnovare l’entusiasmo e l’orgoglio dell’appartenenza, sentimenti in cui, come giovane, non posso fare ancora a meno di credere, e di cui, forse mai come adesso, la categoria ha fortemente bisogno.

 

 

                                                                                              Carlo Lopedote

(Vicesegretario Unione provinciale di Lodi

Componente direttivo nazionale sezione giovanile Unscp)