COME I PANDA, IO NON MI ESTINGUO
Sarà questo, d’ora in poi, il nuovo motto dei Segretari Comunali (e Provinciali), che rischiano, ancora una volta, l’estinzione o meglio la rottamazione controllata, con la recente Direttiva della Funzione Pubblica del 13 ottobre 2005 relativa al quadriennio normativo 02/05 ed al biennio economico 02/03.
Ha ragione il collega Francesco D’Angelo del Comune di Valle Lomellina ed Altri, quando afferma che, più che un problema di dicotomia Segretario-Direttore, mobilità, galleggiamento et similia, c’è un problema di esistenza ( direi, sopravvivenza) della stessa categoria dei S.C.P.
Però, se guardiamo all’effettività dell’applicazione della Grande Riforma Bassanini dello status dei Segretari, appare illuminante l’intervento apparso qualche tempo fa sul sito www.segretarientilocali.it della collega Maria Cristina Chirico. Che deve quanto meno far fare a tutti uno sforzo di riflessione, sincero e sgombro da ogni pregiudizio in merito.
In sintesi, la coraggiosa collega :
a) afferma che “allorquando una sede viene pubblicata in realtà la stessa è già stata occupata”;
b) conclude, pertanto, per “l’assoluta inutilità della pubblicazione della sede e, conseguentemente dell’invio della relativa domanda con allegato il curriculum”.
Che Riforma, allora, andiamo a difendere? Di che Controriforma abbiamo paura?
Io, umilmente e personalmente, penso che anche i Segretari, come tutte le altre persone, abbiano diritto ad un lavoro decente, come sostenuto già nel 1999 dal BIT ( Bureau International du Travail), per il Sud ed il Nord del Mondo.
Nel concreto lavoro decente vuol dire:
1) retribuzione dignitosa;
2) condizioni ambientali accettabili ;
3) ragionevole stabilità nel tempo.
Si può ragionevolmente sostenere che tutte queste cose siano garantite (soprattutto l’ultima) per un Segretario oggi?
La concezione-base del lavoro decente è che ogni persona possa avere un lavoro in condizioni di libertà, equità, sicurezza e dignità.
Il problema di un lavoro decente va visto, però, dentro una visione più complessiva di una società decente ovvero una società buona da viverci, in cui le persone non vengono umiliate da nessuno, ma soprattutto non vengono umiliate da regole codificate né messe da parte dalle stesse Istituzioni.
Entrando nello specifico della Direttiva in esame, possono soltanto soggiungere che, ad alcune problematiche sollevate dalla medesima Direttiva, anch’io avevo tentato, modestamente, di darne soluzione nella mia proposta di petizione (pubblicata sempre sul sito www.segretarientilocali.it):
- freno alla lievitazione incontrollata della retribuzione dei Direttori Generali;
- necessità di coprire, con adeguate incentivazioni economiche, le “sedi disagiate” del Nord;
- fine dell’epoca dello spoils system selvaggio, con la nomina non più fiduciaria del Sindaco, ma tecnica, sulla base dei curricula certificati da parte dell’Agenzia, finalmente diventata vero organo di autogoverno della categoria.
Avevo proposto un nuovo ordinamento professionale per i Segretari scelti per merito e per concorso (molto selettivo) con funzioni di:
- a) garante della legalità sostanziale dell’azione amministrativa;
- b) difensore civico;
- c) presidente della struttura preposta ai controlli interni, della delegazione trattante di parte pubblica e della commissioni giudicatrici dei concorsi a posti apicali;
- d) responsabile dei servizi amministrativi e finanziari nei piccoli comuni;
- e) direttore generale nei comuni fino a 15000 abitanti (1).
Mi sembrava un proposta razionale e dignitosa, ma sinceramente devo dire che questa proposta ha diviso la nostra categoria:
- da un lato ho ricevuto la grandissima soddisfazione di vederla tramutare (salvo opportuni aggiustamenti) in disegno di legge senatoriale ed ho ricevuto tante e-mail di plauso e di ringraziamenti;
- dall’altro lato, quando l’ho presentata dal vivo, (visto che”nessuno è profeta in patria”: a Milano ed a Mantova), ho ricevuto un’accoglienza freddina e di scetticismo snobistico. Perché la verità è che questo sistema (per me) malato (etimologicamente, “ridotto in cattivo stato”) a molti va bene così com’è (sic!).
Le mie simpatie sincere, vanno però non ai (pochi) vincenti ma ai (tanti) perdenti, a chi rischia ogni giorno di essere “centrifugato dal sistema”, ma si sforza di mantenere quella”visione alta e morale” della propria funzione, voluta in astratto dalla Costituzione Repubblicana.
Ritengo che i tempi siano ormai maturi (lo ribadisco ancora una volta), per una revisione costituzionale che prenda ormai atto della pentaripartizione di fatto dei Poteri Supremi dello Stato moderno.
Il quarto potere deve essere quello amministrativo finalmente separato e indipendente da quello esecutivo-politico (2), ed il quinto potere è quello dei mass media che , avendo un’influenza enorme sull’opinione pubblica e quindi sull’elettorato, vanno adeguatamente controllati.
Nella
società globalizzata di oggi, infatti, l’informazione è potere.
A tutti l’augurio di un lavoro decente.
Forse non è lontano il giorno in cui si capirà che la potenza di un Paese, invece che con PIL (Prodotto Interno Lordo), andrà misurata con il FIL: Felicità Interna Lorda.
NAPOLITANO ANTONIO
SEGRETARIO CAPO
c/o il Comune di Pieve di Coriano (MN)
(1) Non si capisce perché chi ha ottenuto un masterino alla SSPAL Regionale in Direzione Generale resti senza incarico di Direttore Generale, mentre chi non ha frequentato nessun tipo di corso né aggiornamento professionale riceva l’incarico dal demiurgo-sindaco per non si sa bene quali titoli e capacità speciali. Evidentemente trattasi semplicemente di persone calvinisticamente predestinate.E nulla più.
(2) Non mi si dica che è già così per legislazione ordinaria, perché lo stesso Prof. Learco Saporito Sottosegretario alla Funzione Pubblica (nell’incontro “La dirigenza pubblica di vertice tra politica e amministrazione” tenutosi a Roma il 5 luglio 2005 e citato sempre sul sito www.segretarientilocali.it) ha dichiarato che” è una fesseria grandissima che sia la politica a dare l’indirizzo e l’amministrazione a gestire la pubblica amministrazione” perché è “soltanto scritto sulla carta”. Per la cronaca, nello stesso incontro, il Grande Ideatore della Riforma del nostro nuovo precarizzato status, Sen. Franco Bassanini, ha dichiarato che”non possiamo pensare che l’autorità politica una volta vinte le elezioni possa mettere nelle amministrazioni esclusivamente le persone di cui ha fiducia e che, se poi non ha più fiducia in loro, possa cambiarle, indipendentemente dal fatto che si siano dimostrati sleali o incapaci”. Evidentemente, “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare” …ed in mezzo al mare bisogna pure stare attenti all’iceberg, se non vogliamo che il Titanic vada a sbatterci contro.