La discussione riguardante le diverse opinioni circa la preminenza delle richieste di ordine giuridico rispetto a quelle di contenuto economico nel prossimo contratto di categoria rischia, a mio parere, di dimostrarsi sterile in quanto, per quanto mi risulti, mancano notizie concrete circa l’esistenza di una volontà attuale di sedersi attorno ad un tavolo e discutere, realmente ed in senso costruttivo, del futuro dei Segretari Comunali e Provinciali.

Scendendo nel merito della questione, si può rilevare quanto diverse siano le posizioni nell’ambito della categoria su questo tema; ma quale è la ragione?

Le diverse opinioni espresse risentono fortemente della differenziazione sostanziale che indubitabilmente sussiste tra aree geografiche, tra sedi di diverse classi, e persino tra sedi della stessa classe e talvolta anche della stessa area geografica. L’ultimo contratto 1998/2001, lasciando di fatto alla libera contrattazione individuale una serie di fattori economicamente rilevanti (cito a titolo di esempio l’indennità di direzione generale, la quantificazione della retribuzione di risultato, la maggiorazione della retribuzione di posizione) ha creato, in concreto, alcune “isole felici” dal punto di vista retributivo, in presenza di Amministrazioni “illuminate”, disposte ad accordare una retribuzione aggiuntiva al Segretario a fronte dello svolgimento di ulteriori compiti e del raggiungimento di obiettivi, ed altre, più frequenti, “zone d’ombra”, ove Amministrazioni meno “illuminate”, e/o con minori disponibilità di risorse, non hanno ritenuto attribuire al Segretario alcuna remunerazione aggiuntiva, indipendentemente dalla qualità e quantità degli incarichi e responsabilità affidategli.

Per questo motivo, a mio modo di vedere, alcuni (che magari OGGI possono godere di remunerazioni aggiuntive) non sentono, quale bisogno primario, quello di intervenire sul lato retributivo dello status, ponendo, invece, l’accento sulle importantissime questioni “giuridiche” dell’indipendenza nelle funzioni, delle modalità di nomina e di revoca, della gestione della disponibilità, ecc.. Altri, invece, non potendo godere delle maggiorazioni di cui sopra, e magari neppure dei benefici economici di una sede convenzionata (o, al contrario, sono costretti a dividersi tra tre o più Comuni), percepiscono le rivendicazioni stipendiali come elemento fondante ed irrinunciabile della piattaforma contrattuale, pur non dimenticando le questioni cd “giuridiche”.

La circostanza indubitabile e indiscutibile che va segnalata (ben schematizzata dal collega Purcaro) è che la retribuzione base percepita dai Segretari Comunali, soprattutto di fascia B e C, non è assolutamente elevata; anzi, se rapportata al ruolo ed alle funzioni in concreto esercitate, appare, a mio modo di vedere, assolutamente inadeguata. Un’altra cosa va ricordata e tenuta sempre presente: le maggiorazioni economiche cui accennavo prima (direzione generale, retribuzione di risultato, retribuzione di posizione incrementata, ecc.) sono assolutamente transitorie ed effimere, in quanto spesso legate alla permanenza in una certa sede, o, ancora, al permanere di una certa amministrazione, o, peggio, “all’umore e alla buona fede” dell’amministratore di turno. Pertanto, considerare soddisfacenti le condizioni retributive della categoria in virtù di possibili, virtuali e transitori incrementi (cui peraltro corrisponde un correlativo aumento di impegno lavorativo e responsabilità) mi pare costituisca atteggiamento alquanto superficiale; solitamente si ritiene un contratto soddisfacente quando le condizioni minime garantite siano favorevoli, non quando consenta (solo per alcuni e solo per qualche tempo) un picco di introiti, destinato comunque a ridursi o a scomparire (salvo casi isolati). Infatti, anche la attuale congiuntura economica induce a ritenere che, con grande probabilità, le risorse destinate alle retribuzioni dei dipendenti pubblici siano destinate più a contrarsi che ad espandersi, e non solo in conseguenza della riduzione del potere d’acquisto.

Quanto sopra espresso non deve essere però frainteso, in quanto personalmente considero assolutamente ineludibili ed urgenti le questioni relative alla nomina e revoca dei Segretari, alla salvaguardia dei colleghi in disponibilità, nonché all’attivazione di una reale procedura di mobilità per chi non intenda condividere le nuove regole.

Pertanto entrambe le istanze (giuridiche ed economiche) dovrebbero procedere di pari passo, magari sacrificando qualche tipologia di maggiorazione “discrezionale e facoltativa” a favore di un più equo trattamento di base ed obbligatorio per tutti i Comuni e per tutti i Segretari. Capisco che il compito non è affatto facile, ma nessuno l’ha mai sostenuto.

Un’altra istanza che ritengo fondamentale è quella dell’informazione e del coinvolgimento dei colleghi, di tutti i colleghi; la maggior parte di noi non riceve alcuna informazione circa lo stato delle trattative, né sulla gravità della situazione. Mi pare non sia questo il momento in cui possano essere le decisioni di pochi a condizionare il destino e la sopravvivenza (o la cancellazione) dell’intera categoria; ritengo che in questo frangente, più che mai, le OO.SS. debbano farsi carico di questo gravoso quanto fondamentale compito, se si vuole veramente che la categoria viva ancora.

 

Dott. Massimo Salvemini – Segretario Comunale