L’ultima sulle
convezioni
Dal 3.04.2006 sono stato incaricato della supplenza presso i Comuni X e Y in convenzione rispettivamente al 60 e 40%.
Tale incarico mi è stato revocato con nota del Presidente della sezione regionale in data 19.06.2006 con decorrenza immediata “stante le molteplici note di disagio del Sindaco di X”.
Successivamente in data 23.06.2006 con telegramma a firma del Presidente mi è stato conferito incarico di reggenza del Comune Z con decorrenza immediata.
E tanto senza considerare la mia richiesta scritta, acquisita al prot.dell’Agenzia in data 19.06.2006 con n.prot. 45758, di essere autorizzato a prestare servizio esclusivamente presso il solo Comune Y per il conflitto di interessi in atto a seguito dell’avvio di procedimento di scioglimento unilaterale della convenzione da parte del Sindaco di quest’ultimo.
Successivamente il Presidente della Sezione regionale comunicava che la mia richiesta non era accoglibile in quanto i due Comuni costituivano un’unica sede di segreteria.
Il conflitto di interessi tra i due Comuni era reso evidente dalla nota del Sindaco di X acquisita dalla Sezione regionale in data 15 giugno 2006 con numero di protocollo 45120, in cui il medesimo comunicava “ che si conclude anche il rapporto di convenzione con il Comune di Y”.
Finalmente in data 14 agosto ’06 (quindi in piena estate) il Consiglio comunale di Y con l’assistenza del sottoscritto ha deliberato lo scioglimento unilaterale della convenzione.
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Penso non sia difficile comprendere per un Segretario comunale che lo scioglimento della convenzione tra i due Comuni X e Y fosse ormai un fatto compiuto sin dalla revoca del mio incarico di supplenza (almeno per tutta la durata della supplenza): i successivi incarichi bisettimanali infatti erano del tutto fasulli in quanto io ho prestato servizio presso il solo Comune Y (al 40% quindi per due giorni settimanali) essendo quanto meno sgradito nel Comune X.
La mia vicenda dimostra allora come la convenzione possa essere soltanto una fictio iuris che viene forzatamente mantenuta dalla burocrazia dell’Agenzia solo per un’interesse aridamente amministrativo ma che non trova corrispondenza nella realtà degli Enti e dei professionisti in questione, in quanto è evidente che nella fattispecie non vi era nessun segretario in grado di assicurare il servizio in entrambi i Comuni convenzionati.
Come ho già avuto modo di osservare in altri interventi pubblici quella della convenzione come unica sede di segreteria è un’idea del tutto incongrua e probabilmente legata al vecchio ordinamento della categoria.
Auspicando ancora una volta un profondo ripensamento dell’istituto, auguro a tutti i colleghi di non avere la mia stessa faticosa e sofferta esperienza.
Giuseppe Schiraldi, segretario comunale in disponibilità