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Notiziario dell'Unione Nazionale Segretari Comunali e Provinciali - 12 maggio 2014 - numero 14 (se non visualizza correttamente il messaggio clicchi qui) |
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Comunicato del 10
maggio 2014 Nei
giorni 9 e 10 maggio si sono riuniti, rispettivamente, Dinanzi
alla proposta di abolire la figura l’Unione Segretari conferma la
propria convinzione che essa sia invece utile al sistema delle Autonomie
e alla Amministrazione Pubblica. A
riprova di questo, l’Unione rammenta che la particolare severità
nella selezione in fase di accesso in servizio, la peculiarità e
continuità del percorso formativo, l’assenza di automatismi nella
progressione in carriera, la speciale modalità con cui si esplica il
sistema di nomina, la temporaneità dell’incarico, la mobilità tra
enti e sul territorio rendono il Segretario Comunale e Provinciale la più
moderna delle figure dirigenziali della Pubblica Amministrazione
italiana; pertanto, e non a caso, tali caratteristiche sono già ora le
più aderenti alle proposte di innovazione contenute nella lettera ai
dipendenti pubblici del Presidente del Consiglio Renzi. Anche
l’esigenza di ringiovanimento della dirigenza pubblica, auspicata
dallo stesso Governo nella lettera ai dipendenti, è stata già attuata
proprio per i Segretari, con
un ingente investimento di risorse pubbliche effettuato dallo Stato
negli ultimi anni per formare nel modo più moderno le competenze di
centinaia di nuovi giovani Segretari, investimenti che non vanno
dispersi, ma anzi portati a compimento con l’immediata immissione in
servizio dei Segretari già iscritti all’albo (COA IV) e la
conclusione delle procedure concorsuali ancora in essere (COA V). Ciononostante
l’Unione ritiene che una esigenza di riforma sia effettiva, per dare
finalmente un senso compiuto alla funzione, al ruolo e alla figura
professionale dirigenziale deputata ad assicurare la direzione
complessiva degli enti locali, depurandola dalle ambiguità e
contraddizioni della attuale normativa, che rischiano di accentuarne
visioni meramente burocratiche e non, come dev’essere, quella di vero
motore dell’azione amministrativa. Tale
riforma deve quindi avere come obiettivo non l’indebolimento ma il
rafforzamento delle funzioni, delle necessarie competenze professionali
e dei criteri di merito sulla base dei quali la dirigenza deve svolgere
le proprie attività ed essere valutata. L’esigenza
reale del sistema, infatti, non è quella di avere più dirigenti, ma di
averne di più preparati, più fortemente selezionati sulla base del
merito e delle competenze, e quindi più capaci di accompagnare e
supportare l’attività di governo degli Organi Istituzionali
democraticamente eletti. In sostanza, non c’è bisogno di più
dirigenti apicali, ma di dirigenti apicali più preparati e con compiti
più chiari. Perché
questo sia possibile, crediamo che la creazione del ruolo unico della
dirigenza debba contemplare la sua articolazione in sezioni speciali,
per le funzioni dirigenziali che, in ragione della particolare rilevanza
e complessità delle medesime, richiedono uno specifico profilo
professionale, come certamente è quello deputato alla direzione
complessiva delle autonomie locali. L’Unione
intende quindi raccogliere la sfida lanciata dal Ministro Madia nella
sua lettera al Sole 24 Ore, e collaborare con le istituzioni, nel pieno
confronto con la categoria, per
arrivare ad una proposta organica di riforma che rafforzi e modernizzi
la specifica funzione apicale delle autonomie locali, certamente
all’interno del ruolo unico, ma salvaguardandone la specializzazione
dei percorsi professionali. L’Unione,
nella piena e leale disponibilità al confronto, sarà dunque
attentissima a evitare che, sulla base di pur astrattamente
condivisibili esigenze di flessibilità, si verifichi in realtà un
indebolimento della severità e attendibilità dei percorsi
professionali necessari ad accedere alla più rilevante e delicata delle
funzioni dirigenziali, quale è quella che deve assicurare,
unitariamente, tanto l’efficacia quanto la legalità dell’azione
amministrativa locale. L’Unione
a questo fine è già pronta a mobilitare l’intera categoria in una
grande manifestazione nazionale, e siamo certi che questa iniziativa avrà
la partecipazione non solo di migliaia di Segretari, ma la condivisione
di grande parte delle Istituzioni, del mondo politico e accademico,
perché non avrebbe affatto lo scopo di salvaguardare inutili, e spesso
inesistenti, presunti interessi corporativi, ma solo quello di
contrastare una riforma che finirebbe per essere dannosa più per il
Paese che per gli stessi Segretari. ROMA, 10 maggio 2014 U.N.S.C.P.
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