L'Unione
comunica. Un nuovo strumento al servizio dei Segretari
di
Alfredo Ricciardi
Care
colleghe e cari colleghi,
questo
che state leggendo è il primo numero di un notiziario che l’Unione
dei Segretari invierà tramite internet a tutti Voi che attualmente
state prestando servizio, ai giovani COA3 che stanno per entrare
(purtroppo con fatica e con grave ritardo) nel mondo del lavoro negli
enti locali, e agli amici che pur in pensione, esprimano il desiderio di
mantenere un contatto forte con le vicende della categoria.
Tale
strumento si aggiunge a quanto puntualmente offre il sito
<www.segretarientilocali.it> nel quale sono contenute tantissime
informazioni molto approfondite e affidabili sul mondo della pubblica
amministrazione. Ma mentre il sito, per la sua funzione di
documentazione a 360 gradi, è a pagamento - seppur con una quota
annuale molto contenuta rispetto alla qualità del servizio offerto -
invece questo notiziario, persegue una funzione autonoma: informare
periodicamente dell’attività dell’Unione e delle novità che
attengono alla figura del Segretario, e più in generale al mondo della
dirigenza pubblica, al suo ordinamento e quello dell’amministrazione
tutta. Ed è quindi un notiziario gratuito.
L’Unione
desidera, con questo strumento, rafforzare le forme di contatto con
tutto il mondo dei Segretari e le opportunità di scambio che consentono
di affrontare le grandi questioni, che non sono “soltanto” quelle
della categoria alla quale ci onoriamo di appartenere, ma sono,
soprattutto, quelle del sistema delle autonomie locali in Italia, e, più
in generale, di tutta la Pubblica Amministrazione.
Naturalmente,
il tema della dirigenza pubblica, e del ruolo che nel suo ambito i
Segretari hanno come figura principale degli enti locali, è
quello che maggiormente ci appassiona. Nel nostro paese nel quale
l’intreccio tra politica e gestione rimane ancora un nodo aperto e per
molti aspetti irrisolto, essere Segretari è quanto mai difficile: nel
panorama dell’intera dirigenza pubblica italiana, la figura del
Segretario è forse il coacervo di contraddizioni più estremo che vi
sia. Rimando, per questo aspetto, all’approfondimento contenuto
nell’articolo di fondo, pubblicato su questo primo numero del
notiziario, concernente lo stato della situazione della nostra speciale
categoria di dirigenza pubblica a due anni dalla grande manifestazione a
Roma del 6 ottobre 2010.
Con
questo strumento intendiamo allora creare un rinnovato senso di
appartenenza, una passione del confronto e del dibattito, una capacità
di sintesi che aiutino noi tutti a essere Segretari nel modo più unito,
incisivo e utile per il Paese. Siamo convinti del valore pubblico della
funzione che ricopriamo, e siamo convinti che discuterne assieme può
solo aiutarci ad essere ancora più di prima una classe dirigente
fondamentale di questo nostro Paese.
Desideriamo
quindi che questo semplice notiziario diventi uno strumento rilevante -
non l’unico - attraverso il quale aprire un confronto vero, a tutto
campo, senza steccati e senza pregiudizi, indipendentemente dalla
formale appartenenza ad una sigla sindacale. E’ in gioco molto di più
di una pur rilevante storia associativa quale quella dell’Unione: è
in gioco il futuro di una storica espressione del modo d’essere della
pubblica amministrazione europea, che si concreta nella figura e nel
ruolo del Segretario Comunale e Provinciale in Italia. E scusate se è
poco.
Buona
lettura a tutte e a tutti, dunque, aspettando, di buon grado, commenti,
critiche, suggerimenti.
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A
due anni dal 6 ottobre 2010
una cronaca, una radiografia, una diagnosi
di
Antonio Le Donne
Il 6 ottobre 2010 era una bellissima giornata di sole a Roma.
Piazza Navona accolse splendidamente centinaia di segretari
comunali e provinciali venuti da tutte le regioni d'Italia a far sentire
la propria voce.
La manifestazione fu molto bella, sentita, allegra anche se
piena di consapevolezza che ci si giocava un pezzo di futuro.
Infatti, sul cielo dei segretari incombevano nerissime nubi.
Due soli dati, tra i molti: l'ARAN non aveva ammesso
la delegazione UNSCP
al tavolo delle trattative contrattuali e il ministro Brunetta aveva
risposto alla Camera a una interrogazione sulla questione sostenendo che
i segretari non sono una categoria dirigenziale.
Nel frattempo vari provvedimenti legislativi e gestionali
erano passati sulla pelle dei segretari (anche ambivalenti, come
l'abolizione dei direttori generali nei comuni fino a centomila
abitanti) giustificati variamente con la crisi incombente, con
l'eccessivo carico stipendiale gravante sui comuni, ecc ecc.
Un attacco senza precedenti, pari al famigerato referendum
sull'abolizione dei segretari.
L'Unione, peraltro uscita rinnovata e ringiovanita nei suoi
quadri dirigenti dal congresso del febbraio, reagì con assoluta durezza
in quel 2010, non solo portando tante colleghe e tanto colleghi a
manifestare, ma aprendo una vertenza davanti al giudice sulla mancata
convocazione al tavolo delle trattative. Vertenza che si chiuse
positivamente per l'Unione e per i segretari, riaprendo il tavolo alla
presenza dell'unico sindacato totalmente rappresentativo dei segretari
comunali e provinciali.
continua
Nei
prossimi numeri: Recenti
comunicazioni del Ministro Cancellieri sul ripensamento in
senso meritocratico dello spoils system
l'esame del decreto sui nuovi controlli
174/2012 e del disegno di legge
anticorruzione
un approfondimento sulla trasmissione di REPORT
"Caro segretario" |
Ex
Ages, comunicato sull'incontro con il Presidente dell'Unità di missione
Il
19 Settembre si è tenuta presso la sede dell’ex Agenzia autonoma per
la gestione dell’Albo dei Segretari Comunali e Provinciali, su
iniziativa della nostra sigla sindacale, una riunione tra le OO.SS. di
categoria e il Presidente dell’unità di missione.
La
discussione si è svolta principalmente sulla sistemazione in servizio
dei restanti Coa 3 ( n. 95 unità su 364 idonei) che ad oggi risultano
non aver preso servizio.
continua
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Osservazioni
dell'Unscp sul ddl 2156-B recante disposizioni per la
prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità
nella pubblica amministrazione
Si
è svolta martedì 18 settembre, presso l'Ufficio di Presidenza
congiunto delle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia
del Senato, l'audizione dell'Unscp, in rappresentanza dei
Segretari Comunali e Provinciali, sul d.d.l. di prevenzione e
repressione della corruzione nella pubblica amministrazione.
La
sintesi dell'intervento del Segretario Nazionale Alfredo
Ricciardi.
L’Unione
Nazionale Segretari Comunali e Provinciali esprime apprezzamento
e condivisione per la previsione normativa relativa al ruolo del
Segretario negli Enti Locali nel disegno di legge in materia di
prevenzione della corruzione nella Pubblica Amministrazione.
A
tenore dell’art. 1 comma 7 nella versione approvata dalla
Camera dei Deputati:
continua
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A
due anni dal 6 ottobre 2010 -
seguito
Il
contratto nazionale si firmò per evitare il peggio, essendo chiaro che
ci si trovava davanti alla deflagrazione della più grave crisi
economica dal secondo dopoguerra; non un contratto impeccabile, peraltro
concordato principalmente dalle sigle sindacali senza l'Unione, ma con
un importantissimo riconoscimento della funzione dirigenziale dei
segretari che l'Unione impose per acconsentire alla firma.
Fu
quello, probabilmente, il momento peggiore ma anche l'inizio di una
risalita della china. Infatti, dal contratto in poi, nonostante la
drammatica congiuntura internazionale, la posizione dei segretari, pur
fra luci e ombre, si è lentamente ma percettibilmente rafforzata.,
Infatti,
nel frattempo, finalmente, si riaprivano le assunzioni per i segretari
che avevano completato il corso di preparazione, così che i COA3
poterono insediarsi nei Comuni durante il 2011. Certo, non tutti e in
alcune Regioni con difficoltà perché per anni non erano stati
regolarmente effettuati concorsi per segretari e i comuni avevano
sperimentato una modalità organizzativa totalmente contraria a quella
di una guida solida al comando gestionale di un Ente. Tuttavia, con
fatica ma tenacemente, la gran parte dei giovani colleghi prese servizio
vincendo alcune resistenze e dispiegando tutta la professionalità e
l'energia di giovani ma già valenti professionisti (in questo
Notiziario diamo conto di recenti evoluzioni sulla questione dei COA3).
E si riuscì a far portare avanti anche i concorsi COA4.
A
fine 2011 venne l'attacco alle modalità di calcolo della maggiorazione
della indennità di posizione, giustificato con motivi, ancora un volta,
di basso profilo economico- finanziario; e ciò in totale spregio del
canone di civiltà giuridica recato dall'articolo 36 della Costituzione
sulla giusta remunerazione e del tutto dimentico delle innumerevoli
sentenze favorevoli ai segretari sul corretto modo di calcolare la
remunerazione di posizione cioè in aggiunta al galleggiamento e non
comprensiva dello stesso. Sentenze che, tuttavia, restano e fanno
da riferimento per coloro che si accingono ad andare dal giudice
E
ciò mentre si ridiscuteva del ruolo e del numero delle province con le
conseguenze del caso.
Tuttavia,
al contempo, emerge un nuovo interesse a livello istituzionale
verso i segretari e il loro ruolo negli enti locali. Citiamo solo due
casi: la normativa che presidia il rispetto del termine di conclusione
del procedimento (DL5/2012 convertito in Legge 35/2012), che individua,
seppur non esplicitamente, ma diremmo "naturalmente" nel
segretario quel soggetto che la legge configura quale risolutore dei
casi di empasse; la proposta di legge sul contrasto della corruzione, in
corso di dibattito parlamentare in queste ore in cui scriviamo, che vede
il segretario coinvolto in prima linea.
Anche
qui si rimanda al lucido intervento che il segretario nazionale
dell'Unione ha consegnato alla riflessione del legislatore nel corso
delle audizioni parlamentari in materia.
Vogliamo
solo ricordare che le funzioni ordinariamente previste dall'art. 97 del
TUEL 267/2000 e quelle ulteriori devono sempre essere elementi di
arricchimento di una funzione segretariale centrale che è, e deve
rimanere, di amministrazione attiva cioè di direzione apicale
dell'ente, non di amministrazione di mero controllo.
Dunque,
una funzione che possiede per sua natura una molteplicità di
sfaccettature che inglobano quelle di presidio della certezza
della conclusione dei procedimenti, quella di contrasto alla prassi
corruttiva, ma ciò non già in conseguenza di una ricollocazione
del segretario in un'area di controllo esterna alla decisione
manageriale, bensì di un modo in cui si esprime la apicalità del
ruolo.
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Tutto
ciò mentre l'Unione chiama le Istituzioni a non indietreggiare
di fronte alla necessità di costruire il percorso per il pieno
consolidamento della funzione apicale degli enti locali
riflettendo in profondità e con coraggio sull’esito di
quindici anni di spoils system ( “all’italiana”, verrebbe
da dire, se non suonasse offesa al nostro amato Paese). Ma un
percorso coraggioso non in astratto, bensì nel concreto della
mutata costituzione materiale degli enti locali italiani, già
orfani di un federalismo che non ha mai generato, davvero, i
nuovi enti locali, salvo non ritenere tali quelli che sorgeranno
per effetto della ridislocazione delle funzioni tra stato,
regioni, provincie e comuni in fase di realizzazione: che tutto
è tranne che federalismo in senso proprio.
Ma
questa è un'altra storia, che scriveremo a tempo debito.
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(le
immagini contenute in questo numero riprendono alcuni momenti
della manifestazione dei Segretari a Roma il 6 ottobre 2010)
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Ex
Ages, comunicato sull'incontro con il Presidente dell'Unità di missione
- seguito
L’Unione
ha manifestato la necessità di porre in essere ulteriori azioni per
consentire di sbloccare tale grave situazione, e ha formulato le
seguenti richieste:
-
debellare
il fenomeno delle reggenze di sedi vacanti prolungate o rinnovate
“a tempo indefinito”, ovviamente con particolare riferimento
alle sedi ove possono essere nominati i COA;
-
interrompere
la scorretta prassi di autorizzare reggenze e/o scavalchi per solo
uno/due giorni alla settimana, fenomeno questo che è in aperto
contrasto con l’ordinamento, per il quale ogni sede deve essere
stabilmente coperta, con un titolare o con un supplente, ed in
contrasto con il divieto di part time per i segretari, e con
l’obbligatorietà della figura, e che incide in modo dannosissimo
sulle possibilità di futura nomina, in tali sedi vacanti, di
segretari titolari (COA in primis); infatti la nomina in supplenza
per uno/2 giorni comporta una spesa ridicola per l’ente, che
proiettata su un periodo lungo comporta che quell’ente predisporrà
il proprio bilancio senza prevedere capitoli di spesa adeguati per
il segretario; conseguentemente, sulla base dell’opinione della
Corte dei Conti per la quale il segretario concorre al monte spesa
per il personale, questo di fatto produrrà un aumento del numero di
piccoli comuni che addurranno lo sfondamento di tale limite quale
motivo per non nominare un Segretario titolare, nemmeno in
convenzione;
-
procedere
ad una riassegnazione ai singoli Albi Regionali dei COA3 ad oggi non
nominati, unendo - nel confronto fra regioni - al parametro del
numero delle sedi vacanti (di classe IV^) anche il parametro della
popolazione complessiva ivi residente, così da calcolare in modo
maggiormente efficace il fabbisogno effettivo degli Albi Regionali e
le effettive capacità di spesa dei comuni.
L’Unione
ha espresso la convinzione che l’adozione delle misure innanzi
richieste, e l’attivazione reale e incisiva di tutte le azioni
necessarie a consentire la nomina degli altri COA ad oggi privi di sede,
sia una condizione dirimente anche per il tema della clausola del bando
sul vincolo dei 2 anni. In caso contrario la mera abrogazione della
clausola sarebbe lesiva dei diritti dei (tanti) COA3 che, attenendosi
alle regole a suo tempo definite, hanno accettato anche sedi disagiate,
lontane dalla loro residenza, penalizzando di fatto proprio coloro che
si sono maggiormente spesi per prendere servizio.
L’Unione
ha naturalmente evidenziato che, se le misure richieste non venissero
però adottate, o non dovessero rivelarsi efficaci, allora chiederà la
libera assegnazione dei COA3 in tutta Italia, senza il limite della
clausola del bando.
L’Unione
ha preso atto che l’ex Agenzia ha evidenziato che vi è una
significativa quota di COA che, allo stato, non produce istanze presso
comuni liberi, e ha quindi richiesto che si pongano in essere tutte le
misure per contrastare tale fenomeno, fino alla cancellazione
dall’Albo stesso, ivi compresi naturalmente gli idonei dei concorsi
precedenti che non hanno mai preso servizio.
L’Unione
ha preso atto con soddisfazione che il Presidente dell’Unità di
Missione ha concordato in larga misura sulle misure richieste
dall’Unione, e confida quindi che vi sia presto una accelerazione
nella nomina dei COA3.
Sul
tema dei corsi Spes e Sefa, l’Unione ha chiesto che siano attivati
senza indugio. Abbiamo preso atto che vi è un problema di capienza di
fondi per il Sefa, determinato dal numero superiore alla media di aventi
diritto (circa 500 colleghi). Pur comprendendo tale difficoltà
oggettiva, l’Unione ha richiesto che i corsi siano comunque attivati,
secondo modalità da concordare che consentano di superare tale ostacolo
e rispondere alle aspettative dei colleghi, evidenziando peraltro la
necessità che i corsi si concludano in tempo utile per la prossima
tornata elettorale.
La
riunione si è aggiornata al mese prossimo per affrontare e definire le
soluzioni tecniche necessarie a quanto sopra.
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Osservazioni
dell'Unscp sul ddl 2156-B recante disposizioni per la prevenzione e la
repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica
amministrazione
- seguito
“…(omissis)
l'organo
di indirizzo politico individua, di norma tra i dirigenti
amministrativi di ruolo di prima fascia in servizio, il
responsabile della prevenzione della corruzione. Negli enti
locali, il responsabile della prevenzione della corruzione è
individuato, di norma, nel segretario, salva diversa e motivata
determinazione.”
La
scelta operata dal Legislatore è di prevedere che in tutte le
Amministrazioni Pubbliche sia un dirigente di prima fascia, cioè
un dirigente generale, il soggetto cui affidare il ruolo di
responsabile della prevenzione della corruzione. Coerentemente
con tale impostazione, con riguardo agli enti locali, ove la
dirigenza non è articolata su due fasce, si indica nel
Segretario, che è la figura apicale, di norma il naturale
destinatario del ruolo di responsabile della prevenzione e
corruzione.
Vi
è dunque una scelta complessiva per tutta la Pubblica Amministrazione,
e cioè che siano le figure dirigenziali apicali, nell’ambito del loro
generale compito di alta direzione, ad impegnarsi direttamente
nell’efficace contrasto di ogni forma di illegalità e corruzione a
danno dei cittadini e della credibilità delle Istituzioni Pubbliche.
La
peculiarità dell’organizzazione degli enti locali, ove il Segretario
è la figura dirigenziale di vertice, rende tuttavia necessario che
l’esercizio di tale funzione si inserisca armonicamente nella generale
funzione di sovrintendenza allo svolgimento delle funzioni dei dirigenti
e coordinamento complessivo dell’attività gestionale, e di attuazione
degli indirizzi politici, mediante le quali il Segretario è in grado di
assicurare il complessivo buon andamento dell’amministrazione pubblica
locale.
Se
nelle Amministrazioni dello Stato di maggiori dimensioni, infatti, può
individuarsi un dirigente generale quale deputato esclusivamente a tale
attività anche in via esclusiva, mentre altri dirigenti, pure essi
generali, possono attendere alle funzioni di direzione effettiva
dell’attività amministrativa, nell’ente locale – essendo il
Segretario la figura dirigenziale apicale – l’attribuzione di tale
responsabilità deve essere disciplinata in modo che questi possa
svolgerla senza che ne risulti compromessa la più generale attività di
direzione complessiva dell’ente ad esso già assegnata
dall’ordinamento.
Questa
considerazione spiega alcune preoccupazioni espresse da rappresentanti
delle Autonomie, tendenzialmente riferibili ad una condivisibile
contrarietà ad un presunto ritorno del Segretario ad una mera e
preminente funzione di controllo.
L’assegnazione
in questa materia di un ruolo incisivo al Segretario va quindi resa
coerente con la generale funzione di direzione complessiva
dell’attività amministrativa, e va intesa non come un ritorno ad una
funzione di mero controllo da parte del Segretario, ma come
l’espressione della scelta di individuare nella funzione di presidio
dei piani e delle misure di contrasto alla corruzione una componente
dell’attività di direzione generale dell’ente locale in capo al
Segretario.
Va
interpretata in questo senso, a nostro avviso, la facoltà consentita
all’organo di governo di individuare previa “diversa e motivata
determinazione” una differente figura. Tale possibilità ci sembra ad
esempio riferibile agli enti di maggiore dimensione, ove le funzioni di
massima direzione possono essere utilmente articolate, e dove gli enti
locali potranno individuare altre figure, quali ad esempio il Vice
Segretario Generale.
Tale
previsione potrebbe essere ulteriormente specificata e valorizzata nel
senso innanzi indicato, consentendo margini di autonomia nella
ripartizione delle funzioni e delle responsabilità fra il Segretario e
gli altri dirigenti dell’ente, pur nel rigoroso rispetto
dell’obbligo di concreto e puntuale esercizio di tutte le funzioni
previste dalla legge. Sede di tale previsione potrebbe essere, se non
l’art. 1 comma 7, anche l’art. 15 comma 2 del d.d.l., che disciplina
gli adempimenti per il recepimento della norme in parola negli enti
locali.
Sulla
base di questa convinzione, l’Unione dei Segretari Comunali e
Provinciali è persuasa che l’indicazione che proviene dalla legge
dovrà condurre ad un rinnovato impegno di collaborazione dei Segretari
con le Amministrazioni di appartenenza, affinché l’alta direzione
contribuisca anche sotto il versante del contrasto alla corruzione e con
rinnovato vigore ad accompagnare le Istituzioni nel perseguimento dello
sviluppo della promozione e della crescita delle comunità locali e del
territorio.
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