Notiziario dell'Unione Nazionale Segretari Comunali e Provinciali - 12 novembre 2012 - edizione straordinaria

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Care colleghe e cari colleghi

questo numero del notiziario l'Unionecomunica esce in edizione straordinaria a seguito delle dichiarazioni del Presidente di ANCI Delrio contrario al ruolo del Segretario nella direzione del controllo strategico degli enti locali come stabilito, in modo lungimirante, in Parlamento nella prima fase di conversione in legge del DL 174. 

Il comunicato del Segretario nazionale dell'Unione Alfredo Ricciardi chiarisce la posizione dei Segretari comunali e provinciali assolutamente favorevoli all'esercizio di tale ruolo di snodo tra la politica e la gestione quale espressione forte e coerente del più generale ruolo di alta direzione dell'ente. 

Invitiamo tutti i Segretari, singoli e organizzati, a rappresentare esplicitamente in ogni sede utile la naturale riconduzione di questa funzione al nostro storico ruolo negli enti locali. 

L'Unione dei Segretari farà sentire alta e chiara la voce nelle Istituzioni del Paese e nelle Associazioni degli enti locali.

 

 


 

 

 

 

DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE DELL’ANCI SULLA DIREZIONE DEL CONTROLLO STRATEGICO PREVISTO NEL D.D.L. DI CONVERSIONE DEL D.L. 174/2012 

COMUNICATO DELL’UNIONE

 

Il comunicato del Presidente dell’Anci Delrio, sulla asserita inopportunità di affidare alla direzione del Segretario il controllo strategico, come previsto nel testo del d.d.l. di conversione del decreto legge n. 174/2012, desta grande sorpresa e perplessità, e l’Unione, alla luce delle considerazioni che seguono, invita il Presidente a rivedere tale posizione.

 

Mentre il Governo ed il Parlamento sono impegnati ad individuare un forte centro di responsabilità cui affidare, finalmente con chiarezza, le funzioni più importanti necessarie a garantire il buon andamento complessivo delle Amministrazioni Locali, la posizione espressa dal Presidente Delrio, richiamando un presunta lesione dell’autonomia organizzativa, finisce per riproporre un modello di Ente Locale dove non vi è tale chiarezza, e dove possono proliferare poteri e contropoteri che di fatto si annullino e perpetuino, o addirittura aumentino, proprio quella confusione che ha prodotto i danni cui il Decreto Legge intende porre rimedio.

 

L’Anci, nel comunicato del suo Presidente, fa poi una affermazione ancora più sorprendente: “se si vuole che (il controllo strategico) sia veramente uno strumento efficace, è allo ‘snodo’ fra politica e amministrazione che questo tipo di controllo deve far capo”.

 

E non è forse proprio questa, storicamente, da sempre, la funzione principale del Segretario? Tanto è vero che sono esattamente queste le parole che l’Unione dei Segretari, perfino nell’audizione in Senato sul d.d.l. della Carta delle Autonomie, ha usato per definire in modo sintetico il ruolo del Segretario negli Enti.

 

E’ al Segretario che compete l’assistenza agli organi, Giunta e Consiglio, dove si deliberano le linee strategiche; è al Segretario che compete la sovrintendenza e il coordinamento dei dirigenti, evidentemente per la loro attuazione; e anche da ultimo è il Segretario il responsabile dell’anticorruzione, esattamente come è previsto che lo sia nelle Amministrazioni dello Stato il Dirigente Generale. La scelta del legislatore parte, e non poteva che partire, proprio da questo presupposto, ed è appunto pienamente coerente con esso.

 


Non vogliamo credere che il Presidente Delrio voglia sovvertire tutto questo, e auspichi che il Segretario divenga una figura di mero controllo, mentre altra figura non meglio identificata avrebbe la funzione di capo degli uffici, di dirigente apicale dell’ente. Così fosse, una riforma che intende rafforzare la capacità degli enti locali di amministrare secondo i principi della buona amministrazione, nel rispetto delle regole e dei vincoli di spesa, diventerebbe una riforma di facciata, per far fare al Segretario un po’ di “audit interno”, mettendo per la prima volta nella storia degli enti locali la figura del Segretario FUORI dalla direzione dell’attività, e lasciando nella totale indeterminatezza (l’autonomia organizzativa..?) la scelta della figura deputata a dirigere l’apparato burocratico e organizzativo dell’ente. Non vi è chi non veda che questo sarebbe non un passo avanti, ma un enorme passo indietro nel rafforzamento e nell’autorevolezza del sistema amministrativo degli enti locali.

 

Nessuno pensi di trasformare i Segretari in paraventi  o parafulmini che dir si voglia, certificatori che mettono bollini di regolarità privi di ogni peso reale, inutile foglia di fico per coprire il bisogno di legalità! Non ci pare che sia questa l’intenzione del Parlamento e del Governo, e soprattutto non è questo che occorre agli enti locali.

 

Parlamento e Governo sono impegnati a discutere del Segretario non per farne un distributore di controlli meramente formali, ma perché ne riconoscono il ruolo di massima espressione della dirigenza degli enti locali, e intendono assicurare che lo eserciti con rinnovata autorevolezza e imparzialità a garanzia del buon andamento degli enti locali, e a garanzia della stessa Istituzione Locale!

 

E l’autonomia della politica (che non è sempre l’espressione più valida dell’autonomia organizzativa) di nominarsi sopra i 100.000 abitanti un Direttore Generale non può contrastare con questi obiettivi. Essa non deve impedire al SISTEMA COMPLESSIVO di fare il passo in avanti che occorre. Anzi, c’è da chiedersi se in un contesto che chiede legalità e trasparenza, e valorizzazione della dirigenza pubblica, non sia il caso di cancellare definitivamente tale figura, che non ha portato francamente nulla all’autorevolezza del sistema delle Autonomie, e che a differenza tanto del Segretario quanto degli altri dirigenti è nominato senza concorso, talvolta senza laurea, senza altri requisiti che la fiducia del Capo dell’Amministrazione.

 

L’Unione ha per anni, e di nuovo recentissimamente, posto il problema del superamento del modello dualistico Segretari e Direttori, dando anche la disponibilità a nuove soluzioni, nell’interesse dell’autorevolezza del sistema delle Autonomie! Ma se non si vuole fare questo passo, per lo meno si cessi di perpetuare i guasti più grandi che questa facoltà della politica ha prodotto: l’indeterminatezza e la confusione nella funzione di presidio complessivo del buon andamento degli enti, con i danni a cui questo Decreto cerca di rimediare.

 

Si intenda allora il Direttore nell’unico modo oggi possibile: un Direttore Operativo che supporti e non sostituisca le funzioni e competenze del Segretario e degli altri dirigenti dell’ente. Solo così un Direttore non rischia di essere un impoverimento delle garanzie di buon andamento dell’ente. Lo si coinvolga, laddove c’è, nei controlli strategici, ma assieme al Segretario e non in suo luogo, e si chiarisca che resta in ogni caso ferma la funzione di garanzia complessiva del buon andamento posto in capo al Segretario stesso, senza più in alcun modo perpetuare inutili dualismi e confusioni.

 

Perciò l’Unione chiede ancora una volta al Presidente dell’Anci di riconsiderare la propria posizione, e al Parlamento e al Governo di confermare una disposizione che assicura in modo chiaro, nell’interesse del sistema intero delle Autonomie, una funzione unitaria di presidio e garanzia complessiva della buona amministrazione locale.

 

Il Segretario Nazionale

Alfredo Ricciardi

 


 

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