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Notiziario dell'Unione Nazionale Segretari Comunali e Provinciali - 16 aprile 2013 - edizione straordinaria (se non visualizza correttamente il messaggio clicchi qui) |
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Documento
della segreteria nazionale del 12 e 13 Aprile 2013 relativo
all’Accordo raggiunto tra Governo, Comuni e Province in ordine alla
ripartizione delle risorse da destinarsi alla formazione dei segretari
comunali e provinciali, del personale degli enti locali e degli
amministratori locali Come
è noto, nella seduta del 21 Marzo scorso, la Conferenza Stato – Città
– Autonomie Locali ha esaminato ed approvato uno schema di accordo da
stipularsi con ANCI e UPI avente ad oggetto la destinazione e
ripartizione dei fondi relativi alla formazione dei segretari comunali e
provinciali, dei dirigenti e funzionari degli enti locali e degli
amministratori di comuni e province. Vogliamo
denunciare con forza come questa operazione sia avvenuta in totale
spregio della normativa contrattuale nazionale che riserva alla
contrattazione integrativa nazionale le materie trattate, tra le quali,
la definizione delle risorse da destinare alle attività formative (art.
4, c. 1, lett. f) e g) del CCNL 16 Maggio 2001), nonché in contrasto
con la normativa vigente poiché dal contenuto dell’accordo risulta
che il Ministero si spogli delle funzioni assegnategli dal legislatore
in conseguenza della soppressione della SSPAL (art. 10, c. 2, del DL n.
174/2012). Non
va taciuto inoltre il comportamento fortemente irrispettoso nei
confronti di una categoria tenuta fuori da una materia che la riguarda
direttamente e in relazione alla quale le passate gestioni avevano
sempre manifestato la più ampia apertura; con conseguente totale
assenza, dunque, di ogni forma di trasparenza che dovrebbe normalmente
informare i rapporti fra le parti sociali. Ma
non è tutto: le negatività prodotte dall’operazione sopra descritta
si acutizzano nel momento in cui si pensi alla circostanza in base alla
quale la SSAI è subentrata alla soppressa SSPAL in tutte quelle che
erano le funzioni di quest’ultima e, dunque, nella organizzazione e
gestione della formazione che dovrà riguardare segretari, personale e
amministratori degli enti locali. Ebbene, la SSAI non viene mai citata né
nella premessa del documento né nel testo dell’accordo né
nell’allegato “Programma attività formative ANCI – UPI”: come
se dunque vi fosse stata una delega totale di tali funzioni alle
associazioni rappresentative delle autonomie locali, come se il
Ministero avesse completamente abdicato ad una sua specifica funzione. A
proposito poi dell’appena citato programma formativo non v’è chi
non veda quanto vago ne sia il contenuto. Pianificare la formazione
nelle autonomie locali significa viceversa creare valore pubblico dei
ruoli e, per fare ciò, è necessario un serio ed approfondito
confronto. E
di questo sembrava esserci consapevolezza. Infatti, nel corso del tavolo
di consultazione permanente convocato il 15 Febbraio, il Ministero aveva
preannunciato a tutte le OOSS - e
dunque anche alla nostra - l’apertura
di una tavolo specifico da lì a breve proprio per discutere di
“Formazione”. Come è evidente questo impegno non è stato mantenuto
e ciò è ancora più grave se si pensa che dopo l’istituzione del
nuovo consiglio direttivo deputato alla gestione dell’albo, i
segretari non hanno più alcuna possibilità di partecipare ai processi
decisionali mediante una propria rappresentanza come avveniva nel
passato: l’unica possibilità di presidio è dunque riposta
nell’organismo riunitosi per la prima volta lo scorso 15 Febbraio,
peraltro senza alcun seguito. Si
badi bene: non è nostra intenzione contestare a prescindere il merito
della scelta dei soggetti che, in virtù della loro rappresentanza
istituzionale del sistema delle autonomie, debbano occuparsi della
nostra formazione. Non è questo il punto. Il punto è che si assumono
scelte in totale assenza di un confronto con i soggetti più
direttamente interessati, i segretari, i primi destinatari della
formazione, e con modalità che non forniscono alcun elemento di
chiarezza in ordine alle questioni fondamentali della formazione stessa.
Quali sono le strutture organizzative dell’attività formativa? Quali
sono gli organi che dirigeranno tali strutture organizzative? Come tali
strutture saranno diffuse sul territorio? Come si garantirà il diritto
contrattuale dei segretari a partecipare attivamente alla definizione
dei percorsi formativi? Come si garantiranno la trasparenza, la
correttezza ed il rigore nella scelta e individuazione del corpo docente
chiamato a svolgere l’attività formativa programmata? L’Unione
chiede con la massima forza che a tali domande siano fornite risposte
puntuali, e coerenti con la necessità che l’attività formativa sia
svolta e presieduta da organismi altamente autorevoli. In mancanza, la
soppressione della SSPAL si rivelerebbe una mera dequalificazione del
sistema formativo di tutto il sistema delle autonomie. Per
questo l’Unione chiede che si attivi un immediato tavolo di confronto
presso il Ministero per discutere ogni aspetto dell’ipotizzata delega
ad Anci e Upi dell’attività formativa. L’esclusione
dei segretari dal Consiglio direttivo, sui cui si esprime rammarico, può
tuttavia comprendersi in quanto i segretari siano chiamati al confronto
preventivo sui temi più rilevanti; ma se così non è ogni decisione
assunta diviene lesiva, e restando preclusa ogni forma di partecipazione
reale diviene necessario rivolgersi ad altre autorità competenti per
contrastare scelte non condivise e lesive delle aspettative legittime, e
contrattuali, di una classe dirigente fondamentale nel sistema delle
autonomie. In
termini propostivi avanzeremo una nostra idea di programma formativo che
sia in grado di soddisfare il fabbisogno formativo. Noi
crediamo nella responsabilità, nella trasparenza e nella autonomia; noi
crediamo in un Paese che è l’Italia dei Comuni e delle Province prima
ancora che l’Italia delle Regioni. Ma
crediamo anche che agire, nelle scelte di governo della massima figura
professionale del sistema delle autonomie, senza alcun previo confronto
con le rappresentanze di tale figura, pregiudichi l’autorevolezza, la
trasparenza e la credibilità delle scelte che si compiono. Dunque ribadiamo la urgente necessità di recuperare tale confronto nella sede istituzionale.
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